La costruzione e la nascita di Cinecittà avvennero sotto l'egida del fascismo. Al di là degli intenti propagantistici del regime, l'occasione fattuale che diede il via ai lavori fu, la distruzione studi Cines nel quartiere San Giovanni di Roma nel 1935, a causa di un incendio. L'inaugurazione avvenne il 28 aprile del 1937, quando lo spettro della Seconda Guerra Mondiale già si aggirava su tutta l'Europa. Durante il periodo bellico e post bellico gli studi vissero, come del resto è comprensibile, un periodo di acuta crisi. Per la rinascita e l'affermaizone della struttura era necessario attendere gli anni del cosiddetto boom economico, e una piccola spintarella dall'America...
Nel 1948 venne girato a Cinecittà il primo film a stelle e strisce, Il principe delle volpi della 20th Century Fox. Poi, negli anni Cinquanta la vera esplosione con le produzioni d'oltreoceano: nel 1951 venne girato Quo vadis? di Mervyn LeRoy e nel 1959 Ben Hur di William Wyler. Forse to starai chiedendo per quale motivo le star della dorata Hollywood erano venute a girare in Italia? Per la bellezza di Roma, forse? Ovviamente no: si trattava di motivazioni molto meno poetiche: girare film in Italia era economicamente conveniente. Tanto che Cinecittà si è conquistata il soprannome di Hollywood sul Tevere. Ah già: esisteva anche una specifica legge che non permetteva ai produttori stranieri di esportare i profitti realizzati in Italia, obbligandoli quindi a reinvestire in loco.
Grazie all'invasione culturale (?) americana, la provincialissima Roma conobbe il divismo, i parties, i fotografi invadenti (da dove pensi che arrivi il termine paparazzi?). Era, in sole due parole, la dolce vita. Cinecittà divenne in quegli anni il paradiso agognato dalle belle ragazze italiane che sfilavano per vincere Miss Italia. Un fenomeno di ocstume e di società che non poteva essere presente anche e in maniera un po' tautologica, nel cinema italiano di quegli anni: esempi perfetti ne furono Bellissima di Luchino Visconti e Roma di Fellini.
Nei decenni successivi la crisi del cinema italiano e la crisi di Cinecittà procedettero di pari passo verso un declino che sembrava inesorabile. Sembrava, perché le grandi produzioni, ancora una volta americane, tornarono negli studi italiani: Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola (1988), Daylight - Trappola nel tunnel di Rob Cohen (1996), Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996), Gangs of New York di Martin Scorsese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, La passione di Cristo di Mel Gibson...
Cinecittà: numeri, statistiche e curiosità in pillole
- Cinecittà conta di 22 teatri di posa di dimensioni variabili. Si parte dal teatro più piccolo, che misura 15 per 30 metri fino ai 40 per 80 metri del Teatro 5, il più famoso del complesso e il prediletto di Federico Fellini. Tutti i teatri di posa sono acusticamente insonorizzati, dotati di climatizzazione, impianti elettrici e di illuminazione, graticci, passerelle, carriponte e botole impermeabili per gli effetti scenici. Ciascun teatro dispone di una serie di locali di servizio: camerini, uffici, sale trucco, attrezzerie, magazzini.
- Cinecittà si estende su una superficie di 400mila metri quadri, a circa 9 km dal centro di Roma e fa parte di una delle più grandi comunità di produzione del mondo, seconda solo a Hollywood.
- A Cinecittà sono stati girati più di 3000 film, 90 dei quali hanno ricevuto una candidatura all'Oscar, di cui ben 47 hanno vinto la prestigiosa statuetta.
- Nel 2007, è stata sede delle celebrazioni per i 70 anni di Cinecittà, evento che ha avuto il suo momento clou nella cena di Gala organizzata davanti a tutto il cinema italiano, all'interno di una struttura trasparente posta al centro del set Rome.
3 dei film più belli di sempre girati a Cinecittà
La lista dei film belli, da vedere almeno una volta nella vita, è molto lunga. E nella tua personale selezione i 3 che stiamo per nominare di certo non mancheranno. Mentre li vedrai (o li rivdrai), ricordati che sono stati girati – in parte o del tutto – proprio allo studio cinema di Roma.
La selezione non poteva che partire da un colossal di altri tempi, il film che contribuì di fatto, a fare di Cinecittà la Hollywood sul Tevere. Non servono quasi presentazioni per Ben-Hur, il grandioso film del 1959 diretto da William Wyler, con Charlton Heston nel ruolo del protagonista; il film che, insieme a Titanic (1997) e a Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re (2003) è stato premiato con il maggior numero di Oscar, 11. E pensare che prima dell'avvento del film di James Cameron mantenne il record in solitaria per 38 anni.
Il direttore artistico del Bem-Hur fu Edward Carfagno, che "plasmò", attraverso un lavoro mastontico, gli studi di Cinecittà alle esigenze del film. Esigenze che, per l'epoca, erano piittosto alte e presentarono non pochi problemi. Uno dei principali era costituito dalla battaglia navale in cui Ben-Hur salva la vita a Quinto Arrio. Nella versione cinematografica precedente al film del 59, la scena era stata realizzata in pieno oceano e molte comparse avevano addirittura rischiato di affogare. Carfagno, senza voler correre simili rischi anche nel Mediterraneo, commissionò ad A. Arnold Gillespie la costruzione di un'ampia vasca e la realizzazione di enormi modellini delle galee romane.
Altra scena epica del film: la corsa in cui Messala rimane ucciso passata alla storia (con un nome inappropriato) come corsa delle bighe. Ebbene, per girare la sequenza, la produzione di Ben-Hur fece costruire un circo fuori Roma, sopra una distesa sabbiosa, sullo sfondo della quale era visibile in lontananza Roma, con il passaggio di automobili e persone.
Riassumendo, i materiali che furono usati per costruire il set ammontavano a:
- 400mila tonnellate di sabbia del Mar Mediterraneo
- 500 tonnellate di stucco
- 1100 metri di legname
- 400 chilometri di tubature
Icona senza tempo, uno dei film italiani più famosi, belli e apprezati di sempre: La dolce vita di Federico Fellini ha immortalato scene che rimarranno per sempre nella memoria collettiva.
Ma eri al corrente del fatto che la maggior parte delle scene fu girata negli studi cinematografici e furono allestiti addirittura 80 set. Che dovevano essere fedeli agli originali, quasi fossero delle fotografie: accadde, per esempio, nel caso delle ambientazioni in Via Vittorio Veneto (ricostruite nel famoso Teatro 5 ) o l'interno della cupola di San Pietro. L'esterno della casa della prostituta è stato girato a Tor de' Schiavi nel quartiere Centocelle, mentre l'interno è stato ricostruito nella piscina di Cinecittà.
A chiudere il trittico, un film che ci riporta all'antica Roma, Quo Vadis del 1951, diretto da Mervyn LeRoy. Il film, girato negli studi di Cinecittà, e ricco di piacevoli sorprese di cui forse solo alcuni cinefili erano al corrente. Per esempio, sapevi che il film ottenne 8 nomination agli Oscar del 1952, senza riuscire a vincere alcun premio? Oppure che detiene ancora oggi il record per il maggior numero di costumi usati in un film, circa 32mila? Nel film compare anche un giovane Bud Spencer che, vista la stazza, prese parte al film come comparsa come guardia dell'impero romano. E c'era pure Sophia Loren, non ancora divenuta una star cinematografica, che ottenne la piccola parte di una popolana che lancia fiori al passaggio del condottiero.
Quante sorprese riservi, Cinecittà!
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