Frankenstein Junior (1974) di Mel Brooks è certamente una delle parodie cinematografiche più conosciute ed esilaranti. Numerosi, da "lupo ulu-là, castello ulu-lì" ai nitriti spaventati dei cavalli ogni volta che sentono il nome dell'arcigna governante Frau Blucher fino al "Si può fare!" e al "potrebbe andare peggio, potrebbe piovere", i giochi di parole, le gag e le battute rimaste nell'immaginario e continuamente citate. Protagonista Gene Wylder, affiancato da Marty Fieldman, Peter Boyle, Madeline Kahn, Teri Garr, Gene Hackmann e Cloris Leachmann. Frankenstein Junior verrà trasmesso il 10 febbraio 2018 da Rai Movie alle ore 21,25 da Nove.
Frankenstein Junior, la trama
Frederick Frankenstein (Gene Wilder) è discendente del celebre barone diventato mito grazie al romanzo di Mary Shelley. è un luminare della medicina, razionale, che non vuole avere niente a che fare con gli esperimenti del suo avo, offendendosi se i due nomi vengono accostati e sostenendo un'improbabile pronuncia diversa del cognome.
Almeno fino a quando per questioni ereditarie non deve andare in Transilvania nel castello dello zio, dove, aiutato da un maggiordomo gobbo (Marty Fieldman), dall'avvenente Elizabeth (Madeline Kahn) e da una rocciosa governante (Cloris Leachmann), deciderà di riprendere gli esperimenti, dando vita ad un'esilarante creatura (Peter Boyle).
Frankenstein Junior, curiosità e scene tagliate
Frankenstein Junior è la parodia prinicipalmente di due film. Lo storico Frankenstein diretto nel 1931 da James Whale, e l'altrettanto storico La moglie di Frankenstein realizzato dallo stesso Whale nel 1935. Molte delle scenografie del film di Mel Brooks sono le stesse, recuperate intatte, dei due classici horror degli anni trenta. La celebre, per esempio, sequenza dell'incontro tra la creatura e la bambina è ripresa dal primo film, mentre l'esilarante sequenza con protagonista l'eremita cieco (Gene Hackmann) arriva da La moglie di Frankenstein.
La ragione per cui i cavalli nitriscono al nominare Frau Blucher e' legata al fatto che prima di iniziare a riprendere qualcuno aveva detto (erroneamente) a Brooks che blucher significasse "colla": I cavalli vecchi una volta venivano uccisi e usati per fare colla. Da qui il gioco di parole alla base della gag, divertente anche se in pochi hanno capito il suo effettivo senso, compreso Gene Wilder, oltre che protagonista anche sceneggiatore del film, il quale ammise che non gli era neanche passato per la mente che "blucher" potesse significare realmente qualcosa, ma che gli piaceva la sonorità comica della parola.
Numerose sono state le scene tagliate al montaggio, come il finale in cui tutti i personaggi scendono le scale del castello come a voler fare una sfilata conclusiva e salutare il pubblico.
La versione originale di "lupo ulu-là, castello ulu-lì" è "Werewolf?", "There", "What?" "There, Wolf, there, castle"
fonte foto https://www.facebook.com/thehorrorsistershow/
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