I reboot fanno bene alla serialità? A giudicare dai progetti, tra quelli appena realizzati a quelli solo annunciati per non contare di quelli già in fase di produzione, di cui si sente parlare la risposta non potrebbe che essere affermativa: sì, il reboot fa bene alla serialità.
Poi, certo, toccherà vedere alla prova dello schermo cosa succederà perché molti dei reboot che presto vedremo riguardano trasmissioni che sono cominciate/finite anche qualche decade fa e il pubblico che all’epoca li guardava fedelmente non è detto che sia disposto a rivedere dei personaggi (magari con attori nuovi e giovani) che dovrebbero far riemergere quel sentimento emotivo di complicità che anni addietro potrebbe aver scandito la loro quotidianità; e poi capire come cose che una volta hanno funzionato possano oggi andare alla conquista di un pubblico oramai inseguito dalle immagini. Infatti bisognerà tenere conto che alcune delle serie in predicato per un rilancio furono originalmente realizzate quando internet non c’era oppure cominciava ad affacciarsi nella vita delle persone senza lasciar presagire che sarebbe diventato qualcosa di indispensabile tanto da modificare il nostro agire sociale e riflettersi nei nostri modi di pensare. Per capirci facciamo un esempio: negli anni Novanta succedeva che gli episodi inediti di una serie tv uscissero solo per il mercato del home video in videocassetta. No dico, stiamo parlando di una vita fa, eppure era così mentre oggi con una app possiamo vedere un episodio di una nuova serie in contemporanea con il mondo intero.
Bene, eppure la serialità sembra voler attingere a quella fonte di storie e personaggi di serie più o meno distanti nel tempo e cercare di ridargli nuovo lustro. A fare la differenza sarà senza’altro chi sarà chiamato a dar vita nuova a queste storie sapendo trovare la chiave di lettura che intrighi e agganci il nuovo pubblico insieme al vecchio.
A parte i già annunciati e già in fase di produzione X-Files, Hereos Reborn (già fruibile), Twin Peaks, a trovare presto nuova forma saranno; Xena: Principessa Guerriera, serie tv andato in onda dal 1995 al 2001 e interpretata dall’attrice neozelandese Lucy Lawless la quale potrebbe avere una parte nella nuova produzione ma non quella di Xena per la quale si cerca una nuova protagonista; 24, che ripartirà da capo senza Kiefer Sutherland come protagonista e il suo Jack Bauer; Gli amici di papà, sitcom andata in onda a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, e qui a riportare in vita la serie è niente meno che Netflix; l’ultimo ad aggiungersi alla lista è Il Principe di Bel Air, la sitcom targata anni Novanta che ha lanciato Will Smith come attore, e sembra a che a tornare a vestire i panni di Willy sarà proprio Will Smith anche se non si sa ancora se la nuova serie sarà un sequel o un reboot vero e proprio.
Staremo a vedere se tutto questo rilanciare vecchie serie avrà successo, se la formula del reboot (che al cinema spesso non porta mica tanto bene) si rivelerà vincente o se il tutto si ridurrà a un revival del come eravamo. Insomma, come lo vedreste un reboot di Don Matteo che riparte da capo senza Terence Hill? Che Dio non salvi solo la regina.
Massimiliano Pistonesi
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