Il 15 ottobre del 1940 usciva nelle sale cinematografiche Il Grande Dittatore, il primo film di Charlie Chaplin eroe del cinema muto degli anni ’20, dove il suo personaggio parlò: il risultato fu il cosiddetto Discorso all’Umanità, un'incredibile discorso su fratellanza, antimilitarismo, unità e potere che viene dal popolo e non dai tiranni che ancora oggi attuale e pieno di significato.
Fù la sua ultima apparizione di Charlot: nel film interpreta un barbiere ebreo perseguitato dai nazisti che si innamora di Hannah, anch’essa del ghetto, ed entrambi sono perseguitati dalle milizie del dittatore.
Charlot ha una certa somiglianza con Adenoid Hynkel il dittatore di Tomania, ovvia parodia di Hitler, e un ex commilitone del barbiere, il comandante Schultz, si vuole vendicare di Hynkel che intanto si è alleato con Bonito Napoloni ma la loro ribellione dura ben poco perchè entrambi finiscono confinati in un campo di concentramento.
Tantissimi colpi di scena che portano il barbiere ad impersonare il dittatore che dovrà fare un e durante un discorso alla popolazione dell’Ostria, appena conquistata.
Ecco l'adattamento in italiano, doppiato da Oreste Lionello:
“Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi, esseri umani, dovremmo aiutarci sempre; dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica. Ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotto a passo d’oca a far le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi; la macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l’abilità ci ha resi duri e cattivi.Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità. Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza.Senza queste qualità, la vita è violenza, e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti. La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne , bambini disperati. Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate, l’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano, l’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.Soldati! Non cedete a dei bruti! Uomini che vi sfruttano! Che vi dicono come vivere! Cosa fare! Cosa dire! Cosa pensare! Che vi irreggimentano! Vi condizionano! Vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima!Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate coloro che odiano solo quelli che non hanno l’amore altrui.Soldati! Non difendete la schiavitù! Ma la libertà! Ricordate,Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano, non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse son liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere! Eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole; un mondo in cui la scienza e il progresso, diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!”.
Un capolavoro che nonostante sia passati 76 anni merita di essere rivisto perchè l’essenza delle sue parole rimane attuale: un capolavoro senza tempo!
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