Nel 1979 il regista tedesco Volker Schlondorff, nome di rilievo del nuovo cinema che era sorto nel suo paese negli anni Sessanta e già autore di film di alta qualità (da I turbamenti del giovane Torless, suo primo lungometraggio del 1966 tratto dal romanzo di Robert Musil, a Il caso Katharina Blum, del 1975, questa volta ispirato al testo letterario di Heinrich Boll), si impose a livello internazionale vincendo la palma d'oro alla trentaduesima edizione del festival di Cannes con Il tamburo di latta. Alla base c'era ancora un romanzo, e che romanzo, trattandosi dell'opera più celebre di Gunter Grass. Monumentale, sia il libro sia il film (che ebbe tre versioni di diversa lunghezza). Si narrava, attraverso lo sguardo e la voce narrante del bambino Oskar, la storia della Germania a Danzica dalla fine della prima guerra mondiale al termine del secondo conflitto bellico.
Ritroviamo Schlondorff, la cui filmografia si è nel frattempo accresciuta di altri numerosi titoli (tra cui Un amore di Swann, del 1984, adattamento del primo volume dellla Recherche di Marcel Proust con cast internazionale: Jeremy Irons, Ornella Muti, Alain Delon, Fanny Ardant...), in concorso al festival di Berlino con Return to Montauk. Girato in Germania negli Studi Babelsberg e in Irlanda, il nuovo lavoro del regista settantasettenne è una riflessione sull'amore, sul passato che non passa, sulla distanza che si annulla nel momento in cui due persone che erano state unite e poi separate si ri-incontrano. Il pre-testo per fare riavvicinare lo scrittore Max Zorn e Rebecca, affermata avvocata di New York, è il viaggio negli Stati Uniti del romanziere per promuovere il nuovo romanzo. Che tratta proprio di un amore intenso ma interrotto. Quello che vissero Max e Rebecca. Scritto dal regista con il famoso scrittore irlandese Colm Toibin, Return to Montauk vede in scena l'attore svedese Stekkan Skarsgaard (più volte presente nel cinema di Lars von Trier: Le onde del destino, Dancer in the Dark, Melancholia, il dittico Nymphomaniac) nel ruolo di Max e la bravissima attrice tedesca Nina Hoss (come non ricordarla nell'interpretazione della dottoressa confinata in un villaggio nella Germania dell'Est degli anni Ottanta ne La scelta di Barbara di Christian Petzold...) in quello di Rebecca.
Quello di Schlondorff è un cinema solido. A testimoniarlo basterebbe Diplomacy - Una notte per salvare Parigi (2014). Grande duetto d'attori (Niels Arestrup nei panni del governatore militare tedesco durante l'occupazione nazista di Parigi nella seconda guerra mondiale e André Dussollier in quelli del console generale svedese incaricato di trattare la tregua). Grande sofisticatezza di Schlondorff nel muoversi negli interni di uffici e appartamenti, anche con passaggi segreti. Grande lezione di cinema mai dipendente dall'originale pièce teatrale di Cyril Gely alla quale il film si ispira.
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