Dal 16 novembre è disponibile su Netflix il film Il prodigio, thriller psicologico diretto dal cileno Sebastián Lelio (il regista di Una donna fantastica e Gloria) e interpretato da un'intensa Florence Pough. L'attrice di Midsommar e Piccole donne nonché Yelena Belova del MCU è Lib Wright, un'infermiera inglese che nel 1862 arriva in un piccolo villaggio rurale delle Midlands irlandesi per assistere Anna O'Donnell (Kíla Lord Cassidy), una bambina in perfetta salute che sta vivendo un "miracolo": afferma di non toccare cibo dal giorno del suo undicesimo compleanno, quattro mesi prima, e di nutrirsi soltanto di "manna dal cielo".
Il prodigio, storia vera dietro il film Netflix
Prodotto da Ed Guiney e Tessa Ross, Il prodigio si basa sull'omonimo romanzo della scrittrice irlandese Emma Donoghue (l'autrice del bestseller Room. Stanza, letto, armadio, specchio da cui è stato tratto il film con Brie Larson) pubblicato in Italia da Beat Edizioni. L'adattamento è scritto da Alice Birch (la sceneggiatrice di Normal People e Lady Macbeth) insieme a Donoghue e Lelio.
Incredibile ma vero, il romanzo storico della Donoghue si basa su fatti realmente accaduti: il fenomeno sociale delle cosiddette "fasting girls". Nelle Midlands e nel Galles del XIX secolo, molte ragazze sostenevano davvero di poter digiunare per mesi interi. Nel corso degli anni sono stati descritti e segnalati numerosi casi, ma il più famoso è quello di una giovane gallese di nome Sarah Jacob, morta di fame nel 1869.
Emma Donoghue non ha basato il suo romanzo su un caso in particolare, ma piuttosto su tanti racconti di questi eventi inspiegabili in bilico tra anoressia e miracolo. In un'intervista concessa a NPR, la scrittrice spiega che la storia di The Wonder è "interamente inventata", ma l'ambientazione nel decennio successivo alla Grande carestia le è servito per "contrapporre l'idea della fame volontaria allo spaventoso contesto della fame involontaria".
Il personaggio dell'infermiera "carceriera" e veterana della guerra in Crimea, affidato a Florence Pough, è stato ispirato da diversi casi reali "in cui è stato portato uno staff di medici e osservatori, assoldati per assicurarsi che la digiunante non stesse mangiando".
Il prodigio, libro di Emma Donoghue si basa sulle fasting girls
Sarah Jacob era proprio una di queste: nel 1867, la giovane gallese si ammalò gravemente, perse conoscenza e cominciò a soffrire di attacchi convulsivi. Quando si svegliò poche settimane dopo, Sarah chiese del latte, ma dovendo rimanere a letto per curarsi, presto perse completamente l'appetito.
Alcuni storici sostengono che passasse tutto il tempo a leggere la Bibbia e scrivere poesie e che avesse smesso di mangiare per restare debole ed evitare di fare le faccende domestiche. Altri ritengono invece che quello di Sarah Jacob è il primo caso clinico segnalato di anoressia.
L'aver smesso completamente di bere e di mangiare attirò l'attenzione di centinaia di persone. Persino i genitori Evan e Hannah, per sfruttare la situazione chiedendo un obolo a pellegrini e curiosi in visita, arrivarono a dire che la figlia non mangiava da due anni. Diventata suo malgrado una celebrità con persone provenienti da tutto il Galles per assistere al "miracolo", Sarah appariva in ottima forma, con la carnagione fresca, i capelli sani e i denti in buone condizioni.
Tuttora non si sa come Sarah avesse accesso al cibo. Secondo alcuni si sarebbe intrufolata di notte in cucina quando la famiglia dormiva, mentre per altri era sua sorella a darle da mangiare di nascosto.
Un'indagine di un gruppo di medici del Guy's Hospital di Londra arrivò proprio una settimana prima della morte di Sarah: l'autopsia rivelò che la ragazza cercò disperatamente di aprire la borsa dell'acqua calda che teneva sul letto perché era l'unico modo per avere qualcosa da bere. Evan e Hannah Jacob vennero condannati per omicidio colposo, ma a parte il tornaconto economico, perché abbiano acconsentito a lasciare morire la figlia di fame rimane un mistero. Oggi è opinione comune che Sarah e le altre "fasting girls" siano state davvero le prime vittime non diagnosticate di anoressia e disturbi alimentari.
Foto: Netflix
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