Con oggi sono 60 anni senza James Dean. Quintessenza della gioventù statunitense, incarnazione dei valori di una intera generazione, l'incidente stradale che tolse la vita al primigenio del "bello e dannato" a soli 24 anni ne scolpì la memoria nell'immaginario collettivo, reificandolo come simbolo intangibile di una filosofia di vita.
Dopo il primo, grandissimo, successo nel 1955 in La valle dell'Eden con il ruolo di Cal Trask (grazie al quale ricevette una nomination al Premio Oscar per il ruolo di miglior attore protagonista – la prima nomination postuma nella storia dell'Academy Award), seguirono in rapida successione altri due ruoli da protagonista in Gioventù bruciata, diretto da Nicholas Ray che fece di Dean un simbolo della gioventù moderna, e Il gigante del 1955, per il quale ottenne ancora una nomination per l'Oscar.
Proprio in omaggio all'attore questa sera Iris propone in prima serata Gioventù Bruciata (scopri QUI il resto della programmazione televisiva di oggi).
E poi quello schianto, esattamente 60 anni fa, sulla Porsche che in seguito divenne tristemente nota per la maledizione. Quella Porsche 550 Spyder che lui stesso aveva battezzato Little Bastard. "Piccola bastarda". Quel giorno terminò la storia del James Dean uomo, perché una morte tanto improvvisa e tragica lo consegnò definitivamente alla leggenda.
La storia della Little Bastard, invece, è più viva che mai. Intrecciata a miti, voci e superstizioni, riemerge come un filo – un filo rosso sangue – nella trama degli anni successivi alla morte del ribelle d’America. Quella macchina bastarda lo era davvero. Maledetta a dirla tutta, perché il suo passare di proprietario in proprietario si accompagna a un elenco impressionante di incidenti finiti nel peggior modo possibile.
Dopo la morte di Dean, fu acquistata da George Barris e, mentre era trasportata da un camion, si sganciò dai sostegni, spezzando la gamba di un meccanico. Poi fu smembrata, ma in questo modo la maledizione si allargò. Ad ogni suo componente: il motore fu installato sull’auto da corsa di un medico, che durante una competizione si ferì gravemente e uccise uno degli addetti al controllo della gara. Un suo semiasse, montato sull’auto di un altro pilota, causò un altro gravissimo incidente stradale. I suoi copertoni, ancora, in mano a un altro proprietario, lo portano quasi alla morte.
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