Non sono molti i film che parlano di diritti e uguaglianza (specialmente quella tra uomini e donne) che riescono a far arrivare per davvero il proprio messaggio al pubblico, senza perdersi in stucchevoli luoghi comuni. La coppia di registi formata da Jonathan Dayton e Valerie Faris ci ha provato raccontando nel suo La battaglia dei sessi una delle partite di tennis più celebri della storia, quella tra Billie Jean King e Bobby Riggs. La storia della famosa sportiva, interpretata da Emma Stone, meritava di essere raccontata anche dal cinema, dopo che già il mondo della musica (con Elton John e Michael Jackson) e quello dei fumetti (nei Peanuts) l'avevano già omaggiata. Billie Jean King non è stata solo la tennista capace di vincere dodici titoli singolari, sedici titoli di doppio e undici titoli di doppio misto del Grande Slam, ma è anche la fondatrice della Women's Tennis Association (WTA) e (ancora oggi) è una paladina per la parità dei sessi e per i diritti degli omosessuali.
La battaglia dei sessi: il tennis vince al cinema
La battaglia dei sessi è un film che non può che piacere: la storia è bella, la partita di tennis è stata riprodotta alla perfezione e gli attori protagonisti, Emma Stone e Steve Carell, sono perfetti: sanno coinvolgere, appassionare e, pur interpretando due personaggi agli antipodi (rispettivamente Billie Jean King e Bobby Riggs) entrambi riescono ad attirare le simpatie degli spettatori. La battaglia dei sessi, oltre che essere un film che parla di diritti e uguaglianza e racconta anche una storia di sport e lo fa in maniera appassionante, non banale e piacevole da vedere.
Non sono molte le pellicole che sono riuscite a portare sul grande schermo le fatiche, le vittorie e le sconfitte degli atleti in questo modo: qualche anno fa Ron Howard ha fatto un piccolo capolavoro con il suo Rush, raccontato il grande duello da James Hunt e Niki Lauda, la stessa cosa si può dire di Clint Eastwood con il suo Invictus – L'Invincibile, ma sono tanti anche i film che non sono riusciti a convincere nello stesso modo, come ad esempio la saga Goal!.
Billie Jean King - Bobby Riggs: la storia è troppo di parte
Ma in La battaglia dei sessi non tutto funziona alla perfezione. Per far trionfare l'idea di uguaglianza tra uomini e donne viene rivista in maniera troppo di parte (la parte di Billie Jean King) la storia vera. È così che a venire sminuta è un'altra figura femminile: Margaret Court. Nel film viene illustrata come una donna all'antica, devota alla famiglia, che non si stacca mai dal marito e dal figlio. Anche l'interpretazione dell'atleta non rende giustizia alla tennista australiana: non ci si rende conto del fatto che sia stata una sportiva eccezionale, una delle migliori della storia nella sua disciplina, una delle tre che fino ad oggi è riuscito nell'impresa di vincere nello stesso anno tutti e quattro i singolari del Grande Slam.
Non si può ridurre la sua vittoria su Billie Jean King al fatto che quest'ultima fosse distratta da problemi personali, solo perché la King è stata (ed è ancora) un'eroina della lotta femminista. La Court ha vinto perché più forte. E se al top della carriera è stata battuta da un uomo che aveva superato la cinquantina, che da una ventina d'anni non era più un tennista professionista è solamente per il fatto che negli anni '70 il divario tra la preparazione e la qualità del tennis femminile e quello maschile era incredibile. La stessa vittoria di Billie Jean King su Bobby Riggs è stata meno esaltante di quanto il film racconti: in fondo che una sportiva tra le più forti al mondo, al top della carriera, batta un ex atleta di venticinque anni più vecchio dovrebbe essere un fatto normale, non eccezionale.
Billie Jean King, la battaglia dei sessi l'ha vinta ma non sul campo
La vera vittoria di Billie Jean King non è quella ottenuta a Houston, ma è stata la creazione di WTA e l'aver lottato come un vero leone per far avere alle donne gli stessi stipendi e premi in denaro dei tennisti uomini., in uno sport in cui l'interessa del pubblico alle esibizioni maschili e femminile era, ed è, lo stesso, così come uguali erano i soldi che facevano guadagnare agli organizzatori dei tornei. Questo è il vero successo ottenuto da Billie Jean King, un successo che però non risalta perfettamente nel lavoro di Jonathan Dayton e Valerie Faris. In sintesi, La battaglia dei sessi è un buon film, che poteva essere ottimo se si fosse attenuto maggiormente alla realtà anziché cercare l'esaltazione di un personaggio come Billie Jean King (già di per sé grandioso) in nome del femminismo.
Voto: 7
Frase:
“Gli uomini sono più divertenti da guardare. Questa è biologia!”
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