Qualche anno fa aveva annunciato la fine della sua carriera come regista, ma forse con il tempo il pubblico ha capito che Steven Soderbergh non si prende troppo sul serio. Lo dimostrano anche i suoi film in un certo senso. Basti pensare al tono di Magic Mike, The Informant!, Oceans’ 13, contrapposto alla natura più impegnata di Contagion, Che - L’Argentino e Solaris. La sua filmografia è una spia di una eccentricità creativa che lo ha spinto anche a realizzare un film esclusivamente con l’phone, Unsane, in uscita a Giugno al cinema. Ma, prima di questo thriller, il regista americano porta sullo schermo La Truffa dei Logan (titolo originale Logan Lucky), una commedia dal sapore indie, per la prima volta nelle sale italiane dal 31 Maggio 2018, e presentata in anteprima alla scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma.
La Truffa dei Logan: la trama del film
Channing Tatum e Adam Driver interpretano i fratelli Logan, due umili rappresentanti della classe operaia americana, che vivono nel West Virginia senza troppe aspettative. Clyde (Driver) lavora come barista in un locale notturno e deve portare una protesi al braccio dopo un incidente avuto durante la guerra in Iraq. Jimmy (Tatum) è divorziato e ha una figlia piccola, ma passa da un impiego all’altro e non riesce ad assicurare alla sua famiglia un futuro sicuro. Con l’aiuto della loro sorella Mellie, interpretata da Riley Keough, essi organizzano una rapina nel corso dell’evento NASCAR più seguito, la leggendaria gara di auto Coca-Cola 600 che, ogni anno, si tiene in occasione del Memorial Day.
Per riuscire ad attuare il piano che hanno in mente, però, devono poter contare sullo stravagante Joe Bang, un criminale rinchiuso in prigione che ha il volto di un biondissimo e tatuato Daniel Craig. La visione di La Truffa di Logan è consigliata anche solo per gustarsi il look dell’attore inglese, lontano anni luce dall’affascinante ed elegante James Bond. Nel cast anche Sebastian Sten nei panni di un pilota NASCAR di successo e Hilary Swank come l’agente dell’FBI incaricata di scoprire la verità sulla rapina.
La Truffa dei Logan: un cast di personaggi umili e ben scritti
Scritto da Rebecca Blunt, La Truffa dei Logan mantiene un ritmo dinamico, anche se le sequenze di azione lasciano spesso lo spazio a situazioni esilaranti e dialoghi ironici e vibranti. Inoltre sembra ci sia un mistero intorno alla sceneggiatrice apparentemente inesistente. Infatti qualcuno avrebbe ipotizzato che il suo nome sia solo uno pseudonimo per la Signora Soderbergh che avrebbe affiancato il marito in questo progetto. In fondo tutto è possibile quando si parla di questo regista. I fratelli Logan rappresentano un po’ la gran parte del popolo americano che insegue quel sogno di gloria, mentre la vita scorre monotona, sempre in cerca di qualche guadagno facile e un brivido in più.
Sono figli del governo Trump, sottolineando un messaggio politico non troppo nascosto del film. La rapina diventa per i Logan un riscatto per le numerose sfortune che li hanno accompagnati nella vita. Jimmy era una promessa NFL, ma ha dovuto rinunciare in seguito ad un infortunio; Clyde si è arruolato e ha perso l’uso di un braccio, e, una volta tornato a casa, ha dovuto fare i conti con questa nuova condizione debilitante. Soderbergh sceglie di affidare il suo film a dei ladri improvvisati, guidati da una piccola dose di ingenuità e dall’affetto per i loro cari. Sono due fratelli complici e vengono affiancati da una serie di personaggi di supporto indovinati, che arricchiscono il cast nel modo giusto.
La Truffa dei Logan, il film di Soderbergh dalla regia elegante
La sceneggiatura è sicuramente il motore di La Truffa dei Logan, un film che intrattiene, diverte ed è verosimile. La regia è elegante, discreta, ma anche moderna e pop. La musica, prevalentemente country, avvolge il film, in parte in una dimensione familiare e in parte in un’atmosfera accattivante tipica del divertissement. Dimenticate la puntualità e la tecnologia di Ocean e i suoi colleghi, perchè Jimmy mette insieme una banda vecchio stile e si lancia alla conquista di un tesoro, senza avvalersi di nient’altro se non di complici capaci e semplice spavalderia. Pur contando su un budget limitato, Soderbergh è riuscito a costruire una commedia di periferia che segue una precisa struttura narrativa, diverte lo spettatore e utilizza le varie parti del cast in modo preciso e naturale. L’azione si svolge in un’America rurale, una “terra selvaggia e meravigliosa”, come la definisce lo stesso Soderbergh. Si percepisce qualche riferimento allo stile dei fratelli Coen, soprattutto per alcuni estremismi, l’umorismo pungente, e la visione di un mondo criminale della porta accanto. I personaggi di Soderbergh rubano perchè ne hanno bisogno nel caso di questo film, o perchè sono bravi a farlo, nel caso della saga di Ocean, ma nessuno di loro è un vero cattivo, capace di crimini sanguinosi per pura follia o perversione.
La Truffa di Logan è il manifesto di un tipo di cinema umano che coniuga una simpatica follia con un registro raffinato, per un film adatto ad ogni tipo di pubblico. E conferma, tuttavia, la volontà di Steven Soderbergh, di non arrendersi al sistema hollywoodiano, ma continuare a realizzare le sue idee seguendo la propria strada, nonostante gli ostacoli e qualche intimidazione. Il cinema come arte non deve seguire le regole, e la creatività ha bisogno di libertà e di originalità per sorprendere ed intrigare il pubblico, spesso sedotto dall’omologazione e dall’abitudine. I registi rivoluzionari, in tal senso, possono fare la differenza, anche se questo non vuol dire esagerare o provocare continuamente, ma girare un film capace di emozionare con una storia semplice, grazie ad un cast magnetico e carismatico, e una sceneggiatura attenta e lineare, ma anche frizzante e intuitiva. “E’ stato un esperimento” ha dichiarato Soderbergh, e noi potremmo completare la frase aggiungendo la parola “riuscito”.
Voto: 7,5
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