Se non avesse avuto l'audio L'uomo di neve sarebbe stato comunque un bel film. Questo perché il primo aspetto che salta all'occhio della pellicola di Tomas Alfredson è il paesaggio che fa da sfondo alla storia. La scenografia è semplicemente meravigliosa e il regista è bravo nel farla risaltare al meglio con le sue inquadrature in campo lungo che mettono in risalto la bellezza e la delicatezza delle montagne, delle valli innevate, dei laghi ghiacciati e dei caratteristici fiordi norvegesi. Non tutte le scene sono state girate in Norvegia, ma l'aver portato ad Hollywood anche solo una parte dei stupendi paesaggi scandinavi è una novità più che apprezzabile (non sono molti i film ambientati in Norvegia e in cui è possibile vedere i panorami che L'uomo di neve mostra). Ma oltre agli sfondi c'è, soprattutto, il thriller.
L'uomo di neve: il film che esalta Michael Fassbender
Il film di Tomas Alfredson è tratto dall'omonimo romanzo di un maestro della suspance qual è Jo Nesbø. La storia è avvincente e complicata, per chi non avesse letto il romanzo non sarà semplice scoprire immediatamente chi è l'assassino. Solamente quando verso la fine del film, per un motivo o per l'altro, tutti i possibili sospetti risultano innocenti si indicherà con certezza il serial killer. Michael Fassbender, che interpreta il protagonista della pellicola (ovvero il detective Harry Hole) sembra essere nato apposta per quel ruolo: il suo volto, i suoi gesti, i suoi sguardi e persino le sue rughe sono tutte caratteristiche semplicemente perfette per rappresentare il carattere del poliziotto che, oltre che con un assassino seriale, deve vedersela con i propri problemi personali, da quelli con l'alcol a quelli di cuore.
Ha la faccia giusta per il suo ruolo anche Val Kilmer: il suo Geft Rafto è ben diverso dal Tom "Iceman" Kazinsky che ha interpretato nel cult Top Gun (che tra l'altro tornerà con un sequel ad oltre trent'anni dall'uscita). È un buono con la faccia da cattivo, un uomo solitario ma arguto, che sa fregarsene di tutto e di tutti ma che allo stesso tempo ha a cuore il suo lavoro e le persone a lui più vicine. Il cast de L'uomo di neve comprende anche due personaggi dai ruoli chiave all'interno del film: Katrine Bratt (interpretata da Rebecca Ferguson) e Rakel Fauke (che ha invece il volto di Charlotte Gainsbourg). I livelli che raggiunge Michael Fassbender in questa pellicola sono inarrivabili, ma entrambe le artiste riescono comunque a convincere per il modo in cui mettono in risalto la personalità dei propri personaggi.
L'uomo di neve: da Jo Nesbo a Tomas Alfredson il risultato è sempre apprezzabile
Fin qui abbiamo analizzato gli aspetti positivi della pellicola, quelli che maggiormente fanno apprezzare l'opera diretta dal regista Tomas Alfredson. Ma ne L'uomo di neve non tutto funziona perfettamente, l'impressione che lo spettatore avrà dopo aver visto film è che qualche ingranaggio si siano inceppato, che non tutto a livello di sceneggiature e di regia si sia incastrato a dovere. Un'impressione che è data dagli interrogativi che lasciano la presentazione di certi personaggi e da come vengano risolte con troppa fretta alcune situazioni che avrebbero meritato un approfondimento maggiore. Per come vengono mostrati, alcuni eventi e alcune scene risultano inutile, superflue, fanno in modo che lo spettatore a fine visione se ne domandi il senso.
Condensare il romanzo di Jo Nesbø in circa due ore di immagini non era facile, forse alla pellicola sarebbe servito qualche minuto in più per poter esprimere meglio il proprio valore. L'uomo di neve è comunque un film che consigliamo: non capita molto spesso di vedere sul grande schermo thriller così tanto avvincenti e così ricchi di colpi di scena. Nonostante le lacune precedentemente descritte il film di Tomas Alfredson sa farsi apprezzare e gustare come un sacchetto di popcorn, L'uomo di neve è in grado di far uscire soddisfatti dai cinema coloro che avranno deciso di passare una serata cecando inseme a Michael Fassbender un serial killer nella fredda e nevosa Norvegia.
Voto: 6,5
Frase:
“C'è qualcosa che ci sfugge”
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