Iniziano a far rumore le reazione di chi sarà direttamente coinvolto nel "ban" di Donald Trump: il presidente americano ha chiuso le frontiere a sette paesi, compreso l'Iran che è il paese di provenienza del regista Asghar Farhadi, candidato all'Oscar con la pellicola Il cliente per il Miglior Film Straniero. Avrebbe potuto godere di una sorta di permesso speciale, visto l'intervento possibile dell'Academy per farlo arrivare a Los Angeles, ma il regista ha detto no, attraverso un comunicato. "Mi rincresce comunicare la mia decisione di non partecipare alla cerimonia degli Academy Awards Ceremony insieme ai miei colleghi membri della comunità cinematografica", ha detto il regista.
Oscar 2017: Asghar Farhadi non ci sarà
Che poi ha continuato: "La possibilità della mia presenza è accompagnata da un'incertezza che non è accettabile per me neppure se venisse fatta un'eccezione per permettermi di partecipare. Umiliare una nazione col pretesto di assicurare la sicurezza di un'altra non è un fenomeno nuovo nella storia e ha sempre creato divisioni e inimicizie. Io esprimo la mia condanna delle ingiuste condizioni e del trattamento riservato ai miei compatrioti e ai cittadini di altri sei paesi che tentano di entrare legalmente negli Stati Uniti e spero che questa situazione non creerà future divisioni tra le nazioni". Così il regista, che ha annunciato apertamente la sua assenza dopo le decisioni politiche del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump.
Asghar Farhadi, Il Cliente in corsa contro Fuocoammare
Una decisione maturata nelle ultime ore, visto che sembrava che pur contrariato, il regista avrebbe comunque partecipato alla cerimonia degli Oscar, che vede anche il suo film candidato (in quella categoria anche Fuocoammare di Gianfranco Rosi, il docu-film ambientato a Lampedusa). Poi la scelta di rispettare il suo Paese non prendendo parte all'evento più importante per il cinema.
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