Gli anni ‘90 sono stati un periodo irripetibile sotto molti punti di vista. Anche per il neonato mondo dei videogame. Verso i primi anni ‘90 infatti c’è stata un’inversione di tendenza: fino a quel momento infatti erano i videogame a prendere spunto dai film, con quelli che al tempo si chiamavano Tie-in.
Poi le cose sono cambiate, i videogame sono diventati un mercato “vero” da milioni e milioni di dollari, e qualcuno si è chiesto se non fosse il momento ideale per portarli al cinema. Con risultati che, in alcuni casi, sono stati sotto alle aspettative, per usare un eufemismo.
Ricordiamo comunque che queste produzioni, per quanto oggi possano sembrarci ridicole e trash, hanno quantomeno un pregio: sono stati pionieri. Se oggi possiamo goderci al cinema franchise milionari, un po’ lo dobbiamo anche a loro.
Ecco alcuni dei più clamorosi film tratti da videogiochi di quel periodo, in ordine cronologico.
Film dai videogiochi: i più brutti di sempre
Super Mario Bros (1993)
A questo film va riconosciuto un primato: è il primo grande film basato su un videogioco, quel Super Mario Bros che non ha bisogno di presentazioni. Ma non ha molti altri meriti.
Bob Hoskins e John Leguizamo vestono i panni di Mario e Luigi, due idraulici che vivono a Brooklyn. Vengono trasportati in una versione alternativa dell'universo di Manhattan dove gli umani si sono evoluti dai dinosauri invece che dai primati, guidati da Bowser, interpretato da Dennis Hopper.
Prima di tutto, nessuno dei due protagonisti sembra particolarmente italiano, e Luigi ha anche “perso” i baffi. Poi, come regola empirica, quando il costume del protagonista sembra un cosplay non particolarmente riuscito, questo dovrebbe convincere la produzione a pensarci due volte.
Il film ha avuto comunque successo al botteghino, trascinato dalla fama del videogame. A parziale difesa della produzione, va detto che i videogiochi dell’epoca non avevano background e storie, quindi i gli sceneggiatori e il regista si sono dovuti arrangiare a creare una storia intorno a due personaggi che saltavano su dei tubi.
Street Fighter (1994)
Si dice che Street Fighter II sia la principale causa di carenza di monete da 200 lire in Italia. Nel mondo è stato un tale successo che ancora oggi è considerato una pietra miliare nel mondo dei picchiaduro. In piena filosofia anni ‘90, la produzione ha preso un titolo di successo, un attore di successo come Jean-Claude Van Damme e si è detta che tutto sarebbe andato bene. Fra l’altro Van Damme interpreta Guile, che nella finzione del videogame rappresenta Gli Stati Uniti nel torneo. Quindi abbiamo un attore belga che interpreta un americano in un film basato su un videgioco giapponese.
Anche in questo caso, però, al di là di qualche bella scena di combattimento e Raul Julia nei panni di Mr. Bison, non c’è molto da salvare (basta guardare i costumi!). Anche perché, per qualche curioso motivo, il torneo di Street Fighter nel film è diventato una storia di avventura e spionaggio internazionale.
Fra i protagonisti del film troviamo anche una giovanissima Kylie Minogue nei panni del Luogotenente Cammy White.
Double Dragon (1994)
Se adattare videogame di combattimento in un film è già difficile, allora adattare picchiaduro a scorrimento laterale è quasi impossibile. Double Dragon è ancora oggi un'icona del genere, ma nemmeno lui è uscito indenne dall'adattamento cinematografico. Mark Dacascos e Scott Wolf interpretano Billy e Jimmy Lee, i fratelli “buoni” in una versione post-apocalittica e decisamente punk rock di Los Angeles, che combattono le forze del male in pieno stile anni’90. Cioè menando le mani a chiunque gli si pari davanti.
Quello che anche in questo caso la produzione non ha considerato è la differenza di pubblico. In un videogioco degli anni ‘90 il rapimento di una ragazza era un motivo sufficiente per livelli su livelli di botte da orbi, ma un film è un’altra storia.
Mortal Kombat (1995) / Mortal Kombat: Annihilation (1997)
Già il film originale di Mortal Kombat non era entusiasmante, ma quantomeno il cast era composto di attori noti. Il sequel perde anche questo vantaggio, e diventa un film basato su un torneo di arti marziali in costume.
Intendiamoci, i super appassionati del videogioco originale si ritroveranno moltissimo, proprio per la presenza di molti dei personaggi iconici. Ma anche in questo caso, la lezione è la stessa: non bastano i personaggi e i combattimenti! E pensare che dal frachise di Mortal Kombat è nata anche una serie televisiva. Mortal Kombat: Conquest, noto in Italia solo a chi soffriva di insonnia a metà anni 2000.
Wing Commander (1999)
Sulla carta, questo film era il sogno di ogni appassionato di cinema e videogiochi. Infatti era un adattamento cinematografico del gioco, gestito dal creatore stesso e con un budget inportante. Ma Wing Commander, il film basato sull'omonimo videogioco di combattimenti spaziali di Chris Roberts, dimostra che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.
Anche con un budget di 30 milioni di dollari e Freddie Prinze junior come protagonista, il film non ha incontrato il favore della critica o del pubblico. Nonostante la buona prestazione degli attori, uno dei principali punti deboli del film è stata l’ambientazione che non è stata all'altezza delle aspettative dei fan e del pubblico, mentre era uno dei punti forti del gioco.
Bloodrayne (2005)
Questo è un caso curioso: Generalmente i film si fanno a partire dai videogame di grandissimo successo, mentre Bloodrayne era un buon prodotto, ma che non ha superato la prova del tempo. Il film racchiude perfettamente tutti i difetti di un video game movie, con alcune scene così gratuite da sfociare nel grottesco.
Nonostante tutto il film ha avuto ben due sequel, fra vicende di varia natura. Per esempio si vocifera che il regista Uwe Boll abbia assunto "accompagnatrici" invece di attrici per risparmiare. Anche il cast non è stato tenero: Michael Madsen per esempio ha pubblicamente definito il film “un abominio”.
Fun fact: se alcune scene del film sembrano improvvisate, è perché lo sono. All’inizio delle riprese infatti, esisteva solo una bozza della sceneggiatura.
DOA: Dead Or Alive (2006)
La Maledizione dei Picchiaduro non è tenera nemmeno con le produzioni hollywoodiane. Dead Or Alive è un franchise di picchiaduro che si è guadagnato la fama per il suo sistema di combattimento innovativo e per le peculiarità delle protagoniste femminili.
Ma si sa che i picchiaduro non brillano certo per la loro trama (Hei, un miliardario fa un nuovo torneo nella sua isola! Tutti i combattenti più forti sono invitati!) e quindi anche questo film risente della mancanza di spessore, nonostante alcuni sketch divertenti e delle buone scene di combattimento.
Ma lo sforzo di “tenere insieme” i personaggi, cercando nel contempo di soddisfare i fan senza perdere lo spirito originale è stato fatale al film. Malgrado le scene del torneo di beach volley.
Postal (2007)
Postal è decisamente un caso a parte. Nel senso che in tutti gli altri casi è facile intuire che si tratta di progetti in cui è stato sbagliato qualcosa. Con Postal, è evidente che la produzione ha volontariamente deciso di infilarsi mani e piedi nel proverbiale ginepraio.
Facciamo un passo indietro: Postal è la serie di giochi più famosa del team Running with Scissors e fin dalle origini è stata celebre per la violenza gratuita, estrema, esagerata e grottesca.
Insomma, chi si scandalizza per un qualsiasi GTA, davanti a un Posal a caso rischia di cadere dalla sedia.
Quindi, era evidente che il film avrebbe attratto ogni tipo di controversia, anche perché non poteva che essere una pellicola demenziale. Se aggiungiamo la volontà di fare umorismo scorretto nei confronti di qualsiasi religione, razza, credo politico e nazione, non è difficile capire perché questo film non abbia avuto successo.
Fonte foto articolo: imdb.com
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