Innanzitutto alcune precisazioni. Non sarà la solita – e barbosa – storia di come sono stati fondati i Premi Oscar. Ma, qualche dettaglio in più è necessario. E ti piacerà anche se non sei strettamente un cinefilo.
Partiamo dal nome. Perché mai il coronamento più ambito per la carriera di ogni attore si dovrebbe chiamare in questo modo? La risposta è più semplice che mai: non è davvero il suo nome. La statuetta dorata fu ufficialmente battezzata Academy Award of Merit. Le leggende metropolitane sul nome assai meno pomposo, invece, abbondano. Pare che la più accreditata, però, sia quella che vuole che tutto nacuqe da un'esclamazione di Margaret Herrick, impiegata all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che, vedendo la statuetta sopra un tavolo, esclamò: «Assomiglia proprio a mio zio Oscar!
Inoltre, ti sarai certamente chiesto se davvero quella statuetta dorata è fatta interamente di biondo metallo. La risposta è sì, e sull'oggetto della gloria vigono molte più “regole” di quante potretsi credere. Per la precisione, il Premio Oscar è placcata in oro 24 carati, è alta 35 centimetri e ha un valore commerciale di 295 dollari. Di per sé, quindi, vale poco, ma i vincitori sono invitati a non venderla mai. Se stona con il colore delle pareti sul caminetto di casa, gli ingrati sono pregati di restituirla all'A.M.P.A.S.. Un'ultima curiosità: durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, dal 1942 al 1944, la statuetta fu in gesso si ebbe paura che qualcuno le rubasse o le vendesse, come del resto stato fatto molte volte negli anni successivi. Alla faccia dei gentili suggerimenti dell'Academy.
Chi decide quale film si merita davvero un Premio Oscar?
Facile: tutti i membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. D'accordo, ma come si entra a far parte di questa cerchia di “eletti”? Innanzitutto, non valgono le auto candidature: è necessario infatti ricevere un invito da parte del Consiglio di Amministrazione (Board of Governors).
E il mega-consiglio-galattico sceglie le persone da invitare per simpatie personali? Non proprio: si diventa eleggibili a soci in due modi: o perché si è vinto un Oscar in modo competitivo, o perché due membri di un determinato settore cinematografico hanno sponsorizzato il candidato per un'elezione a socio del loro stesso settore, sulla base di “significativi e pertinenti contributi dati nel campo del cinema”. Chiaro, no? No.
Anche perché oggi, l'Academy non rivela pubblicamente il nome dei suoi membri. La conferenza stampa del 2007 affermò anche che essa aveva poco meno di 6mila membri votanti. Delle politiche rigorose di adesione hanno conservato il loro numero pressoché costante da allora: più discreti dell'MI 6.
Quindi, come si vota?
Alla fine di dicembre di ogni anno vengono inviate le schede elettorali e copie della Reminder List of Eligible Releases a tutti i votanti dell'Academy. I membri della maggior parte delle categorie possono votare solo per determinare i candidati ai premi dedicati alle loro rispettive categorie. È più semplice a farsi che a dirsi: i registi votano per determinare i candidati ai premi alla Miglior Regia, ma non quelli ad altri premi; gli sceneggiatori per la Miglior Sceneggiatura e così via.
Ci sono, tuttavia, alcune eccezioni: questo sistema non viene utilizzato nel caso di categorie minori come quelle dei Premi al Miglior film straniero, al Miglior documentario e al Miglior film d'animazione. In questi casi i candidati sono selezionati da appositi comitati di selezione composti da membri provenienti da tutti i rami della produzione cinematografica.
I vincitori del Premio Oscar vengono poi selezionati sulla base di un secondo turno di votazioni in cui tutti i membri sono autorizzati a votare per la maggior parte delle categorie, tra cui quella di Miglior Film.
Premi Oscar e polemiche: si tratta di un monopolio?
Accusa mossa piuttosto di frequente, quest'ultima, alla plutocrazia maschile e bianca del mondo del cinema. Con annesse polemiche e dibattiti per conferire maggior peso, sia in termini di membri dell'Academy sia in termini di Premi Oscar effettivi, all'altra metà del cielo e alle minoranze etniche.
Prendiamo in considerazione solo i Premi Oscar 2017. È curioso notare come la Hollywood che accusa di sessismo il neo eletto presidente USA Donald Trump, rischi ora di essere a sua volta travolta dalle polemiche per le discriminazioni di genere. Lungi dall'essere pro o contro il nuovo inquilino della Casa Bianca, ci limitiamo a riprendere una notizia lanciata da The Hollywood Reporter.
La domanda che sta dietro all'ennesimo ashtag di Twiitter, #OscarsSoMale, è: dov'erano le nomination di donne, quelle che stanno dietro la macchina da presa, ai Premi Oscar 2017? I progressi fatti dalle "minoranze", comprese quelle di colore, non hanno avuto una crescita corrispettiva per quanto riguarda il gap di genere.
Ci sono, ovviamente, anche dati numerici a fornire un rapporto più completo. Un'analisi del Women's Media Center ha evidenziato che le donne costituiscono appena il 20 per cento delle nomination in tutte le altre categorie che non hanno a che fare con la recitazione. Per la precisione, 37 su 152 nominations. L'unica categoria in cui le donne se la cavano un po' meglio? Documentary shorts, dove hanno acquisito circa il 50 per cento delle nominations.
Sarebbe sbagliato affermare che non è stato aftto alcun passo in avanti. Diverse donne si sono guadagnate una nomination nelle vesti di produttrici: Adele Romanski e Dede Gardner (per il film Moonlight), Donna Gigliotti e Jenno Topping (per Hidden Figures), Kimberly Steward ane Lauren Beck (per Manchester by the Sea), Carla Hacken e Julie Yorn (Hell or High Water) e Angie Fielder (Lion).
Sono 9 dei 30 producers che hanno ricevuto una nomination dall'Academy: un record!
Premi Oscar in streaming grazie a PopcornTv
Non, non trasmetteremo in streaming i Premi Oscar 2017 e la cerimonia di premiazione. Ma su PopcornTv puoi sempre guardare online, gratis e senza registrazione, uno dei grandi capolavori che di Premi Oscar ne ha vinti ben tre.
Si tratta di La scelta di Sophie, con una strepitosa Meryl Streep (che, quando si parla di Oscar, non teme alcuna rivale. Ne riparleremo).
Nel 1982 uscì La scelta di Sophie. Era e rimane un capolavoro e una perla rara nella storia della settima arte. Tanto che nel 2007 l'American Film Institute l'ha inserito al 91esimo posto della classifica dei 100 migliori film americani di tutti i tempi.
La Scelta di Sophie è un film refrattario alle definizioni. Ogni etichetta non basta, non va bene: è un film duro, straziante, tormentato, angosciato e angosciante. E bellissimo. Accanto a Meryl Streep c’erano altri due interpreti eccezionali: Kevin Kline e Peter MacNicol.
La Scelta di Sophie (Sophie's Choice) è un film frammentario, che nell’ovatta rosa di una casa di Brooklyn nasconde cocci aguzzi e taglienti di una verità tremenda, schegge di una realtà che ha ferito a morte Sophie Zawistowska e Nathan Landau. L’una è una donna polacca, immigrata dopo aver subito la terribile esperienza del campo di concentramento di Auschwitz; lui un intellettuale ebreo, brillante, raffinato, ma con oscillazioni d'umore sconcertanti, affetto da schizofrenia paranoide e dipendente dalla cocaina.
Conduttori Premi Oscar (2017), queste celebrità...
Come da tradizione che si rispetti non esiste un solo presentatore dei Premi Oscar. Sono, invece, le più grandi stelle del firmamento Hollywoodiano, assegnazione dopo assegnazione, a presentare al pubblico di tutto il mondo i colleghi vincitori per ognuna delle categorie in gara. Insomma, attori che premiano attori.
Tra gli attori che vedremo in vese di annunciatori, gli ultimi resi noti per la notte dell'89esima edizione degli Oscar sono: Halle Berry (una delle poche donne di colore ad aver vinto il Premio Oscar come miglior attrice in Monster's Ball), Scarlett Johansson e Samuel L. Jackson (che all'epoca aveva ricevuto una nomination come miglior attore non protagonista in Pulp Fiction).
La lista dei conduttori dei Premi Oscar 2017 è piuttosto nutrita e, oltre alle tre star menzionate poco sopra, comprende anche: Chris Evans, Gael Garcia Bernal, Shirley MacLaine (Oscar alla miglior attrice per Terms of Endearment e anche quattro nomination, rispettivamente per The Turning Point, Irma La Douce, The Apartment e Some Came Running), Kate McKinnon, Hailee Steinfeld (una nomination per miglior attrice non protagonista in True Grit)e le chiacchieratissime star dell'altrettanto discusso Cinquanta sfumature di nero (nelle sale italiane dal 9 febbraio), Jamie Dornan e Dakota Johnson.
A mettere un po' di ordine tra le le dive e i divi della settima arte, ci sarà un volto molto noto al pubblico americano, quello del conduttore Jimmy Kimmel, legherà, come un fil rouge, l'alternarsi sul palco dei grandi nomi elencati sopra.
Questi attori rappresentano il perché andiamo al cinema a vedere i film hanno commentato i produttori Michael De Luca e Jennifer Todd nell'annuncio che rivelava l'ultimo gruppo di presentatori. Dai blockbusters ai film più sofisticati, questi artisti emozionano ogni volta e siamo molto felici di accoglierli sul palco degli 89esimo Premi Oscar.
Premio Oscar da record: quando la statuetta ti fa entrare nel Guinness
Chi sarà mai il mattatore dell'Academy, colui che di statuette ne ha vinte più di ogni altro? Sarai sorpreso nello scoprire che in realtà sul grande schemo non lo hai mai visto. O meglio, non lo hai visto quasi mai. Al contrario, invece, hai di certo visto una delle opere create dal suo impero: stiamo parlando del grande Walt Disney. Si tratta di 22 Premi Oscar vinti per i suoi lavori, 4 Oscar alla carriera, un totale di 59 nomination.
Un altro record di Walt Disney è quello di aver ricevuto il maggior numero di Oscar in uno stesso anno: nella cerimonia del 1954 riuscì a vincere ben 4 premi Oscar.
Ma chi sono, invece, gli attori che hanno ricevuto più Premi Oscar durante la loro carriera? Inaspettatamente ci sono due donne sui gradini più alti del podio!
- Katharine Hepburn con 4 Oscar su 12 nomination, vinti tutti come Migliore attrice protagonista per La gloria del mattino del 1933, Indovina chi viene a cena? del 1967, Il leone d'inverno del 1968 e Sul lago dorato del 1981.
- Meryl Streep con 3 Oscar su 20 nomination, di cui 2 vinti come Miglior attrice protagonista per il succitato La scelta di Sophie del 1982 e The Iron Lady del 2011 e 1 vinto come Miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer del 1979.
- Jack Nicholson con 3 Oscar su 12 nomination, di cui 2 vinti come Miglior attore protagonista per Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1975 e Qualcosa è cambiato del 1997 e 1 vinto come Miglior attore non protagonista per Voglia di tenerezza del 1983.
- Ingrid Bergman con 3 Oscar su 7 nomination, di cui 2 vinti come Miglior attrice protagonista per Angoscia del 1944 e Anastasia del 1956 e 1 vinto come Miglior attrice non protagonista per Assassinio sull'Orient Express del 1974.
- Daniel Day-Lewis con 3 Oscar su 5 nomination, vinti tutti come Miglior attore protagonista per Il mio piede sinistro del 1989, Il petroliere del 2007 e per Lincoln del 2012.
- Walter Andrew Brennan con 3 Oscar su 4 nomination, vinti tutti come Miglior attore non protagonista per Ambizione del 1936, Kentucky del 1938 e L'uomo del West del 1940
Premi Oscar 2017: ci si scommette pure. Come farebbe un tifoso...
Domenica 26 febbraio riflettori puntati sul Dolby Theatre di Los Angeles per la notte più attesa dai cinefili di tutto il mondo, l’Academy Awards. Secondo le quote bwin, la 89esima edizione degli Oscar vedrà il trionfo di La La Land con ben 10 statuette: Miglior film (1.16), Miglior sonoro (1.12), Miglior regista (1.05), Miglior attrice protagonista (1.15), Miglior scenografia (1.07), Miglior canzone originale (1.17), Miglior fotografia (1.15), Migliori costumi (1.53), Miglior montaggio (1.12) e Miglior colonna sonora (1 .11). Tra le statuette più ambite, la commedia di Damien Chazelle lascerebbe agli avversari solo quelle per il Miglior attore protagonista (1.53) e Miglior sceneggiatura originale (1.60) a Manchester by the Sea.
Questi i pronostici ufficiali, ma se fossero disattesi? In quel caso le squadre italiane dovrebbero dare fiducia a Mel Gibson. In particolare a sperare nella sua vittoria dovrebbero essere gli juventini. Infatti, la Vecchia Signora trionfò in Champions League nel 1996, proprio quando Braveheart incoronò Mel Gibson con 5 statuette su 10 candidature. Purtroppo il 60enne statunitense si presenta alla notte degli Oscar con 6 candidature per il film Hacksaw Ridge, i pronostici lo danno vincente per il solo Montaggio sonoro (1.55), mentre la sua quota come Miglior regista viene proposta a 21.00 e sale addirittura a 101.00 nel caso del Miglior film.
I napoletani dovrebbero invece tifare per Fuocoammare (Fire at Sea) di Gianfranco Rosi, unico lungometraggio italiano in gara e candidato a Miglior documentario (21.00). Perché? Nella storia degli Oscar, nessun regista italiano è mai riuscito nell’impresa di vincere la statuetta come miglior documentario, sarebbe dunque una prima volta, così come lo sarebbe un’eventuale successo del Napoli in Champions, la cui quota è salita a 81.00, dopo la sconfitta nel match d’andata a Madrid contro i campioni in carica.
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