Cosa accumuna una famiglia alla deriva, una giovane studentessa estremamente sola, un uomo diviso tra bene e male e un’altra famiglia che deve affrontare una situazione molto dolorosa? Un professore di filosofia, il quale si scoprirà essere l’unico personaggio che le figure presenti - per un motivo o per un altro - hanno in comune. La storia di Anesthesia, film diretto da Tim Blake Nelson e con protagonisti Sam Waterston, Kristen Stewart, Corey Stoll, Gretchen Mol, lo stesso Nelson e Glenn Close, ci mostra cosa è accaduto a partire dalla fine per poi spiegare quanto successo in precedenza. Una tecnica usata spesso nel cinema, ma che in questo caso rende il progetto più accattivante.
La scena si apre con un uomo, Sam Waterston (Serie tv The Newsroom), che viene aggredito da un “nullatenente” e cerca di trovare un rifugio sicuro citofonando a uno sconosciuto in una palazzina, al quale sussurra qualcosa all’orecchio prima di essere portato in ospedale in fin di vita. Ma cosa è successo? Perché l’uomo è stato aggredito e chi è in realtà la persona a cui citofona? C’entra qualcosa con la storia del suo personaggio? E tutte le altre figure presenti in che modo sono coinvolte nella vicenda? Lo scoprirete solo guardando Anesthesia in esclusiva su Popcorn TV!
Dopo un primo momento di profondo smarrimento, dovuto al fatto che vengono presentati diversi personaggi e storie che apparentemente non hanno alcun legame tra loro, il film prende forma mostrandoci e delineando l’idea di fondo del regista Tim Blake Nelson. È evidente, infatti, la volontà di mettere in luce situazioni che possono essere definite universali, perché di dover affrontare una malattia, o sentirsi abbandonati da tutti, ma anche essere in continua lotta tra bene e male e, ancora, trovare la forza di superare le difficoltà senza dover ricorrere all’alcol o alla droga, può capitare a tutti. La pellicola, infatti, è volta a far riflettere il pubblico sul valore della vita, perché c’è sempre una via d’uscita e, in alcuni casi, la possibilità di redimersi. Anesthesia è una sorta di inno alla vita, dove tutti i personaggi coinvolti troveranno la forza di dirsi la verità e di capire quello che realmente vogliono.
La pellicola si avvale di un ritmo narrativo lento che permette allo spettatore di godere di ogni singolo momento senza mai annoiarsi, perché ogni storia - nonostante alcune di esse avrebbero meritato un maggiore approfondimento - viene raccontata con una tale intensità da portare il pubblico - soprattutto nelle scene finali - a commuoversi. Tutti gli interpreti sono perfettamente in parte, ma una menzione speciale è da attribuire a Sam Waterston il quale veste i panni del professore di filosofia Walter Zarrow in modo sublime. A sorprendere è invece l'intensità espressiva di Kristen Stewart nei panni di una studentessa universitaria che, non trovando nulla per cui valga vivere, decide di farsi del male da sola. Sarà proprio il professore a farle capire che la vita non va sprecata, ma vissuta a pieno. Infine, è un peccato che a Glenn Close sia stata affidata una piccola parte nel film perché in quei pochi minuti in cui si vede è molto credibile nel ruolo della moglie del ‘protagonista’.
Il suo personaggio è caratterizzato da una grande profondità, da non confondere però con quella di Waterston, che viene messa in luce soprattutto nel finale metaforico (è bene seguire con attenzione gli ultimi dialoghi perché vi permetteranno di capire l’ambigua conclusione di un film che esplora tutti i lati dell’animo umano) ed estremamente emozionante. La sceneggiatura si compone di dialoghi diretti e molto curati, essenziali e mai fuori luogo, mentre la regia è semplice ma efficace. Infine, contribuiscono alla riuscita della pellicola una colonna sonora lenta ma intensa e adatta al dramma mostrato e una fotografia buona, che gioca molto sulle luci e le ombre ed è composta da tonalità prevalentemente fredde, in linea con la piega che prenderà la storia.
Voto: 7.5
Frase:
Bastava dirlo.
Pensavo non fosse necessario.
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