Gianni Rondolino, docente di storia del cinema, autore di testi divenuti fondamentali per studenti e addetti ai lavori, ideatore del festival internazionale Cinema Giovani di Torino.
Nicola Rondolino, attore, assistente alla regia, sceneggiatore, regista, consulente alla selezione per il Torino Film Festival.
Nel volgere di tre anni, il cinema li ha persi entrambi, ma non ha perso l’immenso patrimonio da loro costruito in vite consacrate, con strumenti differenti, alla diffusione della settima arte e ai tanti modi di esprimerla. Nicola è scomparso il 19 maggio 2013, aveva 44 anni (era nato il 20 luglio 1968). Il padre Gianni, che mai si era ripreso da quella tragedia, e che aveva trasmesso al figlio l’amore infinito per il cinema, se n’è andato il 9 gennaio 2016 a 83 anni, a pochi giorni dal suo compleanno (era nato il 13 gennaio 1932).
Per ricordarli, il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha organizzato per mercoledì 11 gennaio 2016 al cinema Massimo (ore 20.30) una serata in loro memoria che comprende la proiezione del primo, e unico, lungometraggio di Nicola Rondolino Tre punto sei.
Difficile dire di Gianni Rondolino qualcosa che non sia stato scritto e detto, riconoscendone la sua alta professionalità e la sua alta umanità di uomo “d’altri tempi” sempre curioso verso le persone e il cinema. Per generazioni di cinefili torinesi ha rappresentato un punto di riferimento, lui professore ordinario di storia e critica del cinema all’Università di Torino e poi, nel 1981, inventore e direttore (con Ansano Giannarelli) del festival internazionale Cinema Giovani. Quasi cinquantenne, Rondolino “investì” la propria esperienza e passione in un progetto lungimirante, fin dal titolo espressione di uno sguardo aperto sul nuovo: il nuovo di chi iniziava a fare cinema e il nuovo di chi, nel passato, aveva contribuito a scrivere pagine rivoluzionarie (rimangono memorabili le retrospettive del festival, vere e proprie immersioni per studiare, vedendole e non solo leggendone, cinematografie nei momenti di massima ri-sistemazione dei loro immaginari). Agli studenti dei suoi corsi, che lo chiamavano “magico Rondo”, agli spettatori, ai lettori dei suoi volumi fece conoscere il neorealismo e la nouvelle vague francese di Godard e Truffaut, le avanguardie storiche e il cinema d’animazione non disneyano.
Al termine di una lontana proiezione de Il disprezzo di Jean-Luc Godard, con la sua voce splendidamente torinese, parlava dei carrelli usati in modo magistrale in quel capolavoro e nelle sue parole appassionate ma sempre equilibrate quel gesto freddamente tecnico prendeva vita. La sua eleganza nel porsi, nel dialogare, quel suo sorriso che ti metteva a tuo agio Rondolino non li ha mai abbandonati. Accanto a lui, sempre, la moglie Lina. Una coppia inseparabile.
Dal 1989, Rondolino era presidente del Torino Film Festival, la nuova denominazione di Cinema Giovani. Poi, arrivò il 2006, quando le istituzioni politiche torinesi gli tolsero la presidenza in un feroce regolamento di conti. E poi, quel tragico giorno del 2013. Rimane, sopra ogni cosa, il prezioso insegnamento di Gianni Rondolino di vivere la propria professione con umiltà, con passione ma evitando le esagerazioni cinefile, con precisione e un tocco di eleganza e leggerezza.
Nicola percorse altre strade, indirizzandosi al lavoro sul set. Era il 1996 quando esordì nella regia con il cortometraggio Chiuso per lutto, presentato a Cinema Giovani, dieci minuti per raccontare “la vita e la morte di un impiegato felice”. Quindi, nel 2003, Tre punto sei, un noir che guarda ai classici americani e francesi del genere ambientato a San Salvario. Il titolo si riferisce alla formula dell'eroina che ha trasformato il quartiere torinese in un luogo sul punto di esplodere, dove la malavita organizzata controlla prostituzione e spaccio di droga e governa la vita degli abitanti. Emergono le figure di Salvo (Valerio Binasco), poliziotto corrotto, e Dante (Marco Giallini), malavitoso, amici fin dall'infanzia che gestiscono traffici. Sarà l'amore per la stessa donna a separarli. Prima e dopo quel film dalla travagliata vita distributiva, Rondolino fu assistente regista di Gianluca Maria Tavarelli (Un amore, 1999), Francesco Calogero (Metronotte, 2000, dove compare anche come attore), Dario Argento (La terza madre, 2007). Davanti alla macchina da presa è un radiologo in Guardami di Davide Ferrario (1999), un esperto di terrorismo in Figli delle stelle (2010) di Lucio Pellegrini, un prete nel film per la televisione di Dario Argento Ti piace Hitchcock? (2005), un medico in Come il vento di Marco Puccioni. La sua ultima apparizione, nell’anno della sua scomparsa.
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