Prima l'invito ufficiale per presiedere alla giuria dei Premi César, considerati da sempr el'equivalente francese degli Oscar e dell'italiano David di Donatello. Poi il dietrofront del regista stesso, Roman Polanski, che ha declinato la proposta dell'Academie francese attraverso le parole del suo avvocato.
A spingere Polanski verso il rifiuto sarebbero state le accese proteste che la sua nomina ha provocato in Francia. L'organizzazione femminista Osez le Feminisme aveva promesso battaglia e attraverso un comunicato stampa si era detta "nauseata", anticipando il boicottaggio della kermesse.
La scelta di Polanski come presidente di giuria è stata considerata inancettabile visto il passato del celebre cineasta: nel 1977 Polanki venne accusato negli USA dello stupro di una ragazza tredicenne all'epoca dei fatti, Samantha Gailey.
Insomma, quella di quest'anno sarà un'edizione molto più burrascosa rispetto ai Premi César 2016.
Roman Polanski e quell'amore (?) con la Francia
Si attendono – e non dovrebbero tardare ad arrivare – le repliche del presidente della Academy francese, Alain Terzian, che nei giorni scorsi aveva definito il celebre regista come un "esteta insaziabile" nell'annuncio ufficiale, citando alcuni film del regista – Rosemary’s Baby e Chinatown – come “capolavori”.
Artista, regista, produttore, sceneggiatore, attore, filmaker: ci sono molte parole per tentare di descrivere Roman Polanski, ma solo una per esmprimere la nostra ammirazione e il nostro incanto: Thank you, Mr. President aveva proclamato Terzian.
La liaison che lega Roman Polanski alla French Academy è del resto nota da tempo. Lui stesso, infatti, ha vinto il premio Cesar come miglior regista per il film Tess nel 1980. Il primo di una lista sorprendentemente lunga, visto che conta anche Il Pianista del 2002, The Ghost Writer del 2011 e Venere in pelliccia del 2014.
Sempre di Roman Planski anche altre sceneggiature di film premiati (o che hanno ottenuto almento qualche nomination – nel corso delle varie edizioni dei César.
Fonte: THR.com
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