Stranger Things è l'ossessione dell'estate. Il thriller soprannaturale sbarcato su Netflix e firmato dai fratelli Duffer, si è conquistato articoli, tweet, hashtag, GIF e video.
Otto semplici episodi sono bastati a far nascere un vero e proprio fenomeno cult.
Innegabile che abbiano contribuito anche le tante citazioni di indimenticabili film degli anni '80, come E.T., I Goonies, Stand By Me e Poltergeist.
Il merito però va principalmente alla storia e degli strepitosi attori che la interpretano. La storia è quella di Eleven (Millie Brown), una misteriosa bambina dai superpoteri, e di una combriccola di nerd in missione per ritrovare il loro amico Will, intrappolato in una realtà parallela abitata da un mostro da incubo.
Non manca anche Winona Ryder, nei panni di una madre disperata e Matthew Modine: lo scienziato senza scrupoli.
Eppure, ci sono molti retroscena legati a questo telefilm che i fan ancora non conoscono.
Ad esempio, per trovare i piccoli protagonisti, sono state fatte audizioni a ben 906 bambini e 307 bambine. Durante i provini, i bambini hanno dovuto leggere alcune scene di Stand by Me.
I creatori hanno poi chiesto ai giovani protagonisti di guardare Stand by Me, I Goonies e Poltergeist.
Anche gli sceneggiatori non sono stati da meno, e hanno dovuto guardare tutti film citati nella serie come E.T., A Nightmare on Elm Street e La Cosa.
I bambini poi hanno iniziato a sentirsi in chat anche prima dell'inizio delle riprese e sono diventati presto amici.
La sigla della serie, il cui brano è già disponibile su Spotify, è ispirata ai lavori di Richard Greenberg, il disegnatore dei titoli di Alien, I Goonies e Superman
Millie Brown era spaventata all'idea di doversi rasare i capelli. I creatori le hanno detto di ispirarsi a Charlize Theron in Mad Max: Fury Road per il look, ma anche a E.T. per il suo personaggio.
Durante la fase di test, i fratelli Duffer hanno preparato un trailer montando scene da ben 25 film diversi.
La piccola Holly è interpretata da due gemelle: Anniston e Tinsley Price
Fonte foto: Wikipedia
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