La distanza tra le stelle, il romanzo d'esordio della scrittrice statunitense Lily Brooks-Dalton, è diventato un film. The Midnight Sky è diretto e interpretato da George Clooney e porta sullo schermo questo racconto post-apocalittico inserito nelle classifiche dei migliori libri del 2016 da Shelf Awareness e The Chicago Review of Books. L'adattamento, sceneggiato da Mark L. Smith, esplora tematiche suggestive come la memoria, il lutto e l'identità.
The Midnight Sky: trama del film di George Clooney
George Clooney è Augustine, uno scienziato solitario di 78 anni che ha scelto di finire i propri giorni in una base nell'Artide. Nonostante sia stato richiamato da un pericoloso allarme, Augustine cerca di impedire a Sully (Felicity Jones) e ai suoi colleghi astronauti, di ritorno dalla prima missione spaziale su Giove, di rientrare sulla Terra, colpita da una misteriosa catastrofe globale.
L'unica persona rimasta al fianco di Augustine è una strana bambina di nome Iris (Caoilinn Springall). Quando queste due solitudini entrano in contatto con Sully, nasce un rapporto che va oltre l'oscurità in cui è avvolto il mondo.
Clooney dirige l'adattamento dell'acclamato romanzo di Lily Brooks-Dalton, che schiera nel cast anche David Oyelowo, Kyle Chandler, Demián Bichir e Tiffany Boone.
The Midnight Sky: trailer e uscita su Netflix
Prodotto da Clooney con Grant Heslov, Keith Redmon, Bard Dorros e Cliff Roberts e costato 100 milioni di dollari, The Midnight Sky vanta la direzione della fotografia di Martin Ruhe, le scenografie di Jim Bissell, i costumi di Jenny Eagan, il montaggio di Stephen Mirrione e le musiche del premio Oscar Alexandre Desplat.
Il trailer lanciato da Netflix anticipa l'uscita in streaming sulla piattaforma, fissata in tutto il mondo per il 23 dicembre 2020.
La lavorazione del film è costata cara a Clooney: l'attore è stato ricoverato in ospedale per una pancreatite, causata dai 12 chili persi per interpretare il suo personaggio.
In media, però, la critica statunitense ha recensito bene The Midnight Sky: considerando il lavoro da regista di Clooney, nessuno è rimasto sorpreso dalla qualità dell'adattamento di Smith (già sceneggiatore di Revenant - Redivivo di Alejandro G. Iñárritu e Martyrs dei fratelli Goetz), dalla resa visiva e dall'efficace uso di effetti speciali.
Qualche perplessità è stata sollevata, soprattutto da Alonso Duralde su The Wrap, intorno alla trama, che secondo il critico paga un'eccessiva fedeltà al romanzo, alcuni problemi di ritmo e una scarsa originalità. I modelli di riferimento citati dal giornalista sono quelli di Moon, The Martian, The Road, Contact, Interstellar e Arrival. Questi difetti, però, sono per lo più perdonabili e non inficiano il potenziale impatto emotivo della vicenda.
Fonte foto: Netflix
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