Mancano poche ore alla fine del mondo. Ovunque è delirio. Le persone fuggono, si uccidono, anche tra familiari, per non arrivare a vivere quel momento definitivo. Un appuntamento con la morte che una stazione radiofonica e la luce cangiante, conseguenza di quella alterata del sole, fanno incombere, scena dopo scena, in un countdown doloroso e, come dice l'amante del protagonista nell'istante in cui la catastrofe finale arriva dal cielo e dal mare, "bellissimo".
These Final Hours - 12 ore alla fine mette in scena questa attesa. E' l'opera prima del regista australiano Zak Hilditch, e fu una bella sorpresa al festival di Cannes 2014, inserito nella programmazione della Quinzaine des réalisateurs. Apparso, come troppo spesso capita, di sfuggita nelle sale italiane, il film è poi uscito in dvd e merita di essere recuperato.
"Creare la sensazione convincente di un'imminente apocalisse avendo a disposizione un budget limitato è stata una sfida enorme - afferma il regista - Le performance dei membri del cast dovevano essere autentiche e reali affinché fosse catturato il sentimento di umanità nel senso più autentico possibile: una condizione fondamentale per ricreare un mondo sull'orlo della distruzione". Una sfida riuscita e anche l'avanzamento di un progetto. Infatti, These Final Hours si basa sul cortometraggio Transmission che Hilditch aveva realizzato nel 2012 e, a sua volta, è diventato fonte d'ispirazione per un brevissimo lavoro di due minuti dallo stesso titolo girato dall'autore nel 2015. Un soggetto declinato in varie durate, ampliato e ridotto sempre attorno all'incontro inatteso fra un uomo e una bambina. Nell'attesa che l'esplosione si manifesti, che una luce bianca inghiotta ogni cosa, quei due personaggi fanno conoscenza e attraversano la città. James torna a casa un'ultima volta e comprende, dopo una festa spring break organizzata anche dalla moglie, di essere distante da quel mondo e se ne va. Rose è in cerca del padre. Rimarranno insieme per poche ore, ma quell'incontro, fatto di parole, silenzi, sguardi, li aiuterà ad affrontare un ultimo contatto con le persone amate (Rose accanto al cadavere del padre, James vicino all'amante sulla spiaggia). Hilditch (che sta ultimando il secondo lungometraggio, 1922, tratto dall'omonimo racconto di Stephen King contenuto in Notte buia, niente stelle) racconta l'avvicinarsi dell'apocalisse facendo coesistere con intensità figurativa violenza e tenerezza, euforia e terrore, follia e lucidità dei sentimenti.
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