La storia di Un Re allo sbando ci porta a seguire le vicende surreali del re fiammingo del Belgio, Nicolas III, che si trova bloccato a Instabul con il suo entourage. Lo sventurato scopre che il suo Paese ha cessato di esistere a causa dell’indipendenza dei Valloni. Gli aerei non possono partire a causa di una tempesta solare ed ecco che il re, in incognito, dovrà trovare un modo alternativo per tornare a casa.
Una storia surreale, appunto, ma ispirata a fatti realmente accaduti: registi e sceneggiatori si sono ispirati alla crisi di governo del Belgio, come hanno raccontato: “Abbiamo iniziato la scrittura nel 2011, con la crisi politica: siamo stati 589 giorni senza governo, tutto funziona lo stesso, non benissimo”.
Oltre alla crisi politica ci fu una calamità naturale, la nube che si creò dal vulcano islandese Eyjafjallajökull:
“Il presidente dell’Estonia era rimasto a bloccato a Istanbul, c’erano le foto di lui e del suo entourage ad attraversare i Balcani senza protocollo, senza sicurezza, faceva benzina e ci ha fatto pensare ai vecchi tempi, quando lo spazio e il tempo avevano altri valori.
E abbiamo pensato al re a fare un viaggio nell’anonimato, senza comunicazione, attraverso i Paesi dei Balcani, una regione molto complessa, partendo da Istanbul, la periferia dell’Europa, c’è una forza simbolica e immensa”.
“La nostra intenzione era quella di non fare un film politico, è pieno di politica, ma non volevamo farlo. Il film è venuto così in modo naturale, intrinseco, la chiave per noi era di rimanere vicino sempre al re, attraverso gli occhi del documentarista Duncan Doyle. Potevamo andare all’oscuro, le guerre dei Balcani, parlando dei profughi, non volevamo fare questo, l’equilibrio l’abbiamo cercato nel montaggio”, ha detto la regista.
Ma grande merito va anche al cast: Doyle è interpretato dall’attore fiammingo Pieter van der Houwen, il re Nicolas III è Peter van den Begin, Bruno Georis è Ludovic, il capo del protocollo, Louise Vancraeynest è Lucie, il capo dell’ufficio stampa del monarca, mentre Titus De Voogt è Carlos, il cameriere personale di sua Maestà.
Sono presenti anche numerosi attori non professionisti del film diverse battute sono state improvvisate: “Abbiamo girato la parte della Serbia e della Bulgaria tutto in un paese, e lì c’è un tipo divertente e ha interpretato il sindaco. È arrivato scalzo, e ha improvvisato tutto quello che dice”.
L’improvvisazione gioca infatti un ruolo importante nel film: “Nella prima scena del film ci sono delle persone che puliscono le sfere dell’Atomium, il primo e unico giorno di riprese a Bruxelles ci ha dato questo regalo. Avevamo il film e abbiamo scelto di farlo seguendo la realtà, la realtà ci ha fatto un regalo e lungo tutte le riprese abbiamo avuto una serie di regali”, come ha sottolineato la regista Jessica Woodworth.
Ci sarà un sequel... In Italia?
Hanno considerato anche al nostro Paese per il sequel, ma ambientato sull’isola di Tito in Croazia: “Ci stiamo pensando, stiamo scrivendo, ma l’Italia ancora non ci sarà, forse il terzo”, scherza Jennifer Woodworth.
Un re allo sbando: un film da non perdere!
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