Ci sono voluti 4 anni per scrivere la sceneggiatura e trovare i fondi necessari, più un mese di lavorazione, per portare a termine il progetto di I figli della notte, opera prima del giovane Andrea De Sica che firma così un’opera ben studiata e di grande impatto. Dopo essere stato presentato al Torino Film Festival, finalmente, I figli della notte sbarca anche sul grande schermo.
Gli esordi di Andrea De Sica
Figlio di un musicista e compositore di colonne sonore, Manuel De Sica, e di una grande produttrice cinematografica, Tilde Corsi, Andrea è cresciuto in una famiglia dove il cinema si respirava 24 ore su 24. La scelta della strada da seguire era ovvia: entrare a far parte del mondo cinematografico. Così, dopo il diploma, Andrea si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e dopo essersi diplomato ha la grande occasione: diventare l’aiuto regista di Bernardo Bertolucci, per il film The Dreamers.
I segreti del mestiere
Lavorare a stretto contatto con un maestro di tale spessore ha certamente giovato all’aspirante regista che, cinefilo dalla nascita, aveva giù come punto di riferimento registi dal calibro di Vittorio De Sica, suo nonno, ma anche Lynch e Bellocchio. L’incontro con Bertolucci è stato comunque fondamentale: Andrea comincia a scrivere la sua sceneggiatura e, dopo 4 anni di gestazione, partorisce I figli della notte, che letto dal padre, venne definito uno “strano oggetto”. Forse perché l’opera prima di questo giovane regista si differenzia di gran lunga da un tipo di cinema a cui il pubblico italiano è ormai abituato. Le musiche le avrebbe dovute comporre il padre, che però è mancato nel 2014. Così, la colonna sonora, Andrea l’ha composta da sé, dedicando, infine, l’intera opera al padre scomparso.
Superato lo scoglio dell’opera prima, ora Andrea deve seguire la corrente e realizzarne subito un altro. Solo così potrà consolidare la sua posizione di regista e continuare a seguire questa strada.
Fonte foto copertina: facebook.com/andrea.desica
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