Hanno quasi lo stesso nome e in comune hanno l’orgoglio per le radici afroamericane e l’impegno per l’uguaglianza e i diritti civili. Così, in una biblioteca dell’Università dell’Oklahoma, si sono incontrate le vite di Nate Parker, allora studente, e Nate Turner, schiavo vissuto nell’Ottocento nel sud degli Stati Uniti, che nel 1831 guidò una rivolta di afroamericani nella contea di Southampton in Virginia.
Turner sa leggere, conosce la Bibbia ed è istruito: la sua storia appassiona subito il giovane aspirante storico Parker, a cui viene l’idea di scrivere la sceneggiatura di un film per far conoscere questo personaggio agli americani. Il progetto si concretizzerà molti anni dopo, e ce ne vorranno altri – e molti soldi – per passare all’azione. Nel 2009 Parker inizia lo script, e nel frattempo ha preso il via anche la sua carriera di attore, che sarà sempre caratterizzata dall’interesse verso temi legati alla storia e società americana. Un esempio per tutti è la partecipazione al film di Denzel Washington “Il potere della parola” (2007), ispirato alla figura del professor Melvin Tolson, che in Texas fondò il gruppo dei “Debaters”, animatori di discussioni su temi di cultura e attualità. Nel film Parker interpreta Henry Lowe, uno dei soci di questo originale circolo intellettuale. Tornando a “The Birth of a Nation”, il film riprende in modo dissacratorio il titolo dell’omonima pellicola muta pro-Klu Klux Klan del 1951.
Profondamente coinvolto nel progetto, l’attore ha investito di tasca propria 100.000 dollari per pagare la scenografia e ha trovato da solo gli altri finanziatori. Dopo essere stato scritturato per il film “Trova la tua luce” storia di musicisti afroamericani, ha rifiutato ogni altro ingaggio fino a quando il film su Turner non fosse stato terminato. Lo ha poi girato in soli 27 giorni a Savannah, in Georgia.
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