Quando si parla di thriller e noir, spesso si fa confusione tra le caratteristiche di questi due generi. In realtà, vi sono delle distinzioni ben precise da effettuare.
Il thriller è un genere non solo cinematografico, ma anche letterario. La sua denominazione viene dal verbo inglese "to thrill", che vuol dire spaventare, impressionare. Si tratta infatti di un genere che si basa sui meccanismi del colpo di scena e della suspense. L'obiettivo è quello di tenere desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine.
Gli esempi più classici di film thriller sono i film di Alfred Hitchcock. Da "Psycho" a "Caccia al ladro", questo regista fu maestro nel creare situazioni che dall'inizio alla fine di ogni pellicola riuscivano a catturare lo spettatore, senza dargli alcun indizio circa il possibile scioglimento finale.
Il thriller ha poi diversi sottogeneri: il thriller psicologico, quello politico, quello di spionaggio.
Il noir invece è un genere prettamente cinematografico: infatti è un sottogenere del giallo, che si caratterizza per una fotografia basata sui forti contrasti tra luce ed ombra. Il noir ha conosciuto la sua stagione migliore tra gli anni quaranta e cinquanta.
Uno dei più classici noir è "L'infernale Quinlan" (1958) di Orson Welles; tra i registi contemporanei autori di film ascrivibili al noir possiamo citare Robert Altman, con "Il lungo addio" (1973), o Martin Scorsese, con "Taxi Driver" (1976).
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