Una delle sequenze più memorabili del cinema action anni ’80 si trova in Rambo: First Blood (1982), il film che ha consacrato Sylvester Stallone come icona del genere. Tra le tante scene ad alta tensione che compongono il film, quella dell’inseguimento tra l’ex soldato John Rambo e le forze dell’ordine locali rimane impressa nella memoria collettiva per la sua intensità visiva e per l’autenticità delle acrobazie. Questo momento cinematografico non è solo un apice narrativo, ma anche un simbolo dell’evoluzione del cinema d’azione di quegli anni.
La realizzazione della scena fu tutt’altro che semplice. Durante le riprese, in particolare nel tentativo di girare il salto dell’auto dello sceriffo sul passaggio a livello, uno stuntman rimase gravemente ferito, riportando fratture multiple. Questo episodio è emblematico della natura pericolosa delle sequenze d’azione in quell’epoca. A differenza di oggi, quando CGI e tecnologie avanzate permettono di simulare situazioni estreme con maggiore sicurezza, negli anni ’80 il realismo si otteneva spesso mettendo realmente a rischio la vita degli operatori e degli attori. L’incidente evidenziò l’impegno, ma anche l’esposizione fisica, dei professionisti coinvolti nella creazione di tali scene.
Nonostante le difficoltà, la sequenza fu portata a termine con successo, e la versione finale colpì profondamente il pubblico. Il mix tra paesaggi mozzafiato, riprese dinamiche e una colonna sonora tesa contribuì a rendere quella scena un classico istantaneo. Un ruolo non secondario lo ebbe la motocicletta protagonista: la Yamaha XT 250, guidata da Rambo nella sua rocambolesca fuga tra strade di montagna, fango e boschi fittissimi.
La leggendaria moto di Rambo
La Yamaha XT 250 non era una semplice moto di scena: rappresentava visivamente e simbolicamente l’essenza del personaggio. Concepita per l’enduro, la XT 250 era in grado di affrontare con agilità sia l’asfalto che i sentieri accidentati, una qualità che la rendeva perfetta per la narrazione del film. Il modello utilizzato apparteneva alla seconda generazione della serie, introdotta nel 1980, e si distingue per la sua robustezza e maneggevolezza.
Dal punto di vista tecnico, la XT 250 monta un motore monocilindrico a quattro tempi da 249 cc, raffreddato ad aria, con una potenza di circa 22 cavalli. Il peso contenuto, attorno ai 124 kg, la rendeva particolarmente adatta a manovre rapide e salti spettacolari, come quelli immortalati nel film. Il cambio a cinque marce e le ruote da 21 pollici all’anteriore e 17 al posteriore sottolineano ulteriormente la sua vocazione fuoristradistica.
Nel film, Rambo sfreccia senza casco né protezioni, in maglietta e gilet, accentuando l’immagine di un uomo selvaggio, braccato ma indomito. Quella corsa disperata e liberatoria diventa così una metafora della sua fuga da una società che non riesce a comprenderlo. La motocicletta, in questo contesto, diventa estensione della sua volontà di sopravvivere e affermare la propria libertà.
Anche a distanza di oltre quarant’anni, la Yamaha XT 250 continua a essere ricordata con affetto dai fan del film e dagli appassionati di moto. È entrata di diritto tra i veicoli leggendari del cinema, non solo per le sue qualità meccaniche, ma per l’impatto emotivo e simbolico che ha saputo evocare. In definitiva, la moto di Rambo è molto più di un semplice mezzo: è un’icona che ha saputo incarnare lo spirito di ribellione, resistenza e libertà che il personaggio rappresenta.
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