In occasione della Pasqua, Al Bano è andato in pellegrinaggio a Gerusalemme e ha "sfidato" la politica globale con una proposta tanto semplice quanto provocatoria: la creazione di un ministero della Pace. In tempi di guerre a Gaza e in Ucraina e di allarmanti riarmi europei, il cantante si è recato in Israele per lanciare un messaggio di amore e fratellanza universale contro ogni conflitto.
Al Bano lancia l'idea di un ministero della Pace mondiale
"Abbiamo il ministero del Lavoro, quello della Cultura, quello delle Finanze e tanti altri, ma non abbiamo il ministero della Pace: è tempo di creare un ministero della Pace mondiale", ha dichiarato Al Bano al settimanale Oggi. Carrisi è stato all'interno delle mura della Città Vecchia, ha pregato al Santo Sepolcro e visitato la Basilica dell'Annunciazione a Nazareth, dove ha cantato l'Ave Maria. Successivamente, è arrivato fino a Betlemme, il luogo identificato della nascita di Gesù.
Il cantante pugliese ha incontrato i frati francescani della Custodia di Terra Santa, una comunità di religiosi provenienti da tutto il mondo che custodisce i luoghi della Redenzione. Nel convento di San Salvatore si è intrattenuto con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, biblista dell'Ordine dei frati minori e patriarca di Gerusalemme. Durante l'incontro, Al Bano ha consegnato al cardinale un medaglione benedetto da Papa Francesco che ritrae sulla terracotta il volto del Pontefice e quello del costruttore di pace don Tonino Bello, vescovo pugliese esempio di umiltà e dedizione al prossimo, uomo e sacerdote ispiratore e guida della marcia pacifica a Sarajevo nel 1992, scomparso nel 1993 per un tumore allo stomaco.
Al Bano a Gerusalemme: "Nella pace c'è vita, nella guerra solo morte"
L'iniziativa è stata organizzata dall'associazione L'isola che non c'è, no-profit a cui aderiscono 350 personalità italiane, tra cui lo stesso Al Bano. "Io sono nato alla fine della Seconda guerra mondiale e mia madre mi ha sempre ricordato le difficoltà di quel periodo", racconta il cantante.
Mio padre mi ha raccontato tutte le peripezie affrontate per uscire vivo da quel conflitto. Mi parlava della sua odissea, dei drammi quotidiani. Non potrò mai dimenticare i suoi ricordi dolorosi. E io oggi sono dalla parte della pace duratura. Le pallottole devono essere cariche d'amore, della possibilità di calmare le teste calde che vogliono battaglie, che alimentano le fabbriche di armi.
"Sono stato un ragazzo di pace, sono un uomo, un padre e un nonno di pace. Non posso che lottare per questo impegno", conclude Carrisi.
Nella pace c'è vita. Nella guerra c'è solo morte. Perdiamo tutti. E tutte le volte che ci sarà bisogno di me, io ci sarò.
Riproduzione riservata ©2025 - PCTV