È scontro aperto tra George Clooney e Donald Trump. Tutto è cominciato quando l'attore e regista, dichiaratamente democratico come buona parte dei talent di Hollywood, è stato intervistato nel corso del programma 60 Minutes della CBS. Clooney sta promuovendo la versione teatrale del suo film del 2005 Good Night, and Good Luck, dedicato al celebre giornalista ed anchorman Edward Murrow (interpretato da David Strathairn), protagonista sulla CBS di un famoso scontro negli anni Cinquanta, in piena "caccia alla streghe" contro i presunti comunisti, con il senatore repubblicano Joseph McCarthy.
George Clooney: Trump "minaccia liberta di stampa"
"Quando gli altri tre poteri ci tradiscono, l'esecutivo, il legislativo e il giudiziario, la stampa deve prevalere", ha dichiarato Clooney. Sono chiari i riferimenti alle minacce alla libertà di espressione e di stampa negli Stati Uniti di oggi, nonostante il secondo mandato del tycoon alla Casa Bianca sia all'insegna del free speech e contro le censure della cultura woke. Per l'attore è in corso "uno scontro epocale" tra governo e media: è il caso di Los Angeles Times e Washington Post, i cui proprietari (rispettivamente il facoltoso medico-imprenditore Patrick Soon-Shiong e il numero uno di Amazon Jeff Bezos) hanno impedito alle redazioni di schierarsi a nome della testata nelle elezioni presidenziali dello scorso novembre.
Stiamo assistendo all'idea di usare il governo per spaventare, multare o usare le corporation per sminuire i giornalisti. Ai governi non piace la libertà di stampa. Non l'hanno mai amata. E questo vale sia per i conservatori che per i liberali, o per qualsiasi schieramento. Non amano la stampa.
Ancora più gravi e pericolosi per Clooney sono i casi giudiziari che hanno coinvolto Trump in prima persone. Innanzitutto il patteggiamento di ABC News (costato 16 milioni di dollari) nella causa per diffamazione portata avanti dal presidente dopo che il giornalista George Stephanopoulos aveva erroneamente detto in onda che il magnate era stato ritenuto colpevole dello stupro della scrittrice Jean Carroll. Poi la denuncia da 20 milioni di dollari di Trump alla CBS per il montaggio "ingannevole" di un'intervista alla candidata dem Kamala Harris durante 60 Minutes, che avrebbe fuorviato il pubblico e l'avrebbe ingiustamente svantaggiato nella corsa alla Casa Bianca.
Donald Trump: George Clooney "attore di serie B"
Trump non ha gradito le accuse di Clooney e l'ha attaccato su Truth (il suo social network) definendo l'attore e regista "una star di serie B" e "un politologo fallito" e l'intervista "un pezzo di propaganda totale".
Ha lottato come un dannato per l'elezione di Sleepy Joe e, subito dopo il dibattito, lo ha abbandonato come un cane. In seguito, credo su ordine di Obama, ha puntato tutto su Kamala, solo per rendersi conto che non sarebbe andata molto bene.
"60 Minutes ha persino inserito risposte false e fraudolente nella sua disastrosa intervista, andata in onda poco prima dell'Election Day, in uno degli eventi più imbarazzanti e disonesti della storia della televisione... E ora di nuovo George Clooney? Il suo addetto stampa dovrebbe fare una fortuna!", ha concluso Trump.
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