I procuratori di New York hanno intentato una causa contro la Weinstein Company, sostenendo che lo studio non è riuscito a proteggere il personale dalle azioni del produttore. L'uomo, al momento, sta affrontando dozzine di accuse di abusi sessuali, incluso lo stupro, anche se Weinstein nega il sesso non consensuale. La causa sostiene che Weinstein abbia abusato delle dipendenti di sesso femminile e minacciato verbalmente di morte i membri dello staff.
Caso Weinstein, lo Stato di New York fa causa alla società del produttore
Un avvocato di Harvey Weinstein ha affermato che "un'indagine imparziale" dimostrerebbe che molte delle accuse erano prive di fondamenta. Il consiglio di amministrazione della Weinstein Company ha dichiarato di essere "deluso" dalla causa avviata dallo Stato di New York. In una dichiarazione a Deadline , il consiglio di amministrazione ha dichiarato:
Molte delle accuse relative al consiglio di amministrazione sono imprecise e il consiglio attende di portare alla luce i fatti come parte del suo impegno costante per risolvere questa difficile situazione nel modo più appropriato.
Il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, ha dichiarato di aver presentato la causa contro The Weinstein Company, nonché contro lo stesso Weinstein e suo fratello Robert, co-fondatori della società, al fine di coprire i danni, oltre alle sanzioni, per le vittime dei presunti abusi da parte del 65enne Harvey Weinstein. Il documento sostiene che Weinstein abbia molestato sessualmente e abusato delle impiegate dello studio per anni. Si accusano, in sostanza, i dirigenti senior dell'azienda, tra cui Robert Weinstein, di non essere riuscito ad imperdire il maltrattamento del personale. La causa segue un'indagine di quattro mesi e cita diversi esempi di presunta cattiva condotta da parte di Weinstein , tra cui:
- "Minacce verbali, nel dire ai dipendenti "Ti ucciderò" o "Ucciderò la tua famiglia";
- "Assunzione di personale femminile per accompagnarlo agli eventi e facilitare le [sue] conquiste sessuali"
- "Esigenti favori sessuali in cambio di promozione professionale in studio";
- Richiesta ai suoi conducenti di "tenere sempre i preservativi e le iniezioni per la disfunzione erettile nell'automobile;
- L'obbligo per i suoi assistenti di programmare "annunci personali per attività sessuali" sia durante l'orario d'ufficio che dopo il lavoro.
Non è tutto: secondo quanto riportato dal testo dell'indagine, il produttore avrebbe insultato anche i membri del personale femminile durante il loro periodo mestruale. In risposta, l'avvocato di Weinstein, Ben Brafman, ha dichiarato che anche se il comportamento del suo cliente "non era senza colpa", non c'era "nessuna criminalità". Ecco le sue parole:
Alla fine dell'inchiesta sarà chiaro che Harvey Weinstein ha promosso più donne a posizioni dirigenziali chiave rispetto a qualsiasi altro leader del settore e non vi è stata discriminazione a Miramax o [nella la società Weinstein].
La società non può essere venduta
La causa è stata presentata, per via elettronica, presso la Corte Suprema di Stato a Manhattan e pare sia stata in grado di bloccare la vendita della società di Weinstein che si sarebbe dovuta concludere proprio domenica, 11 febbraio. In questo modo, se si percorre ancora questa strada, presto la Weinstein Company potrebbe dichiarare fallimento. Schneiderman, dal canto suo in un comunicato stampa, ha espresso la sua opinione in merito:
Qualsiasi vendita della Weinstein Company deve garantire che le vittime siano risarcite, i dipendenti siano protetti andando avanti e che né i perpetratori né i facilitatori saranno arricchiti ingiustamente.
Non ci resta che attendere la fine di questa incresciosa storia che è iniziata a partire dall'ottobre dello scorso anno e che ha coinvolto più di 50 donne, tra cui alcuni dei più grandi nomi di Hollywood, i quali hanno accusato il produttore cinematografico di violenza sessuale, molestie, abuso e stupro.
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