Ancora guai per Roman Polanski: l'indiscrezione arriva dal New York Times, secondo cui l'attrice tedesca Renate Langer avrebbe presentato dei documenti in cui accusa il regista di averla violentata quando aveva solo 15 anni. Questo vuol dire che si parla di eventi accaduti nel 1972, in particolare nella villa di Gstaad, in Svizzera. Secondo quanto rivelato l'attrice non avrebbe detto nulla finora per non dare un dolore ai proprio genitori. Al New York Times ha detto: "Mia madre sarebbe morta a causa di un attacco cardiaco. Mi vergognavo e mi sentivo persa e sola". La Langer ha anche raccontato che dopo l'accaduto Roman Polanski l'avrebbe chiamata per scusarsi e darle una parte in un film: al termine delle riprese, sempre secondo quanto riferito dall'attrice, sarebbe stata ancora una volta violentata da Polanski.
Roman Polasnki, il regista non può tornare in America
Non è la prima volta che Roman Polanski viene coinvolto in un caso giudiziario: celebre è quello che ha costretto il regista lontano dall'America per decenni. Pochi mesi fa il regista aveva chiesto di poter tornare negli Stati Uniti potendo però evitare il carcere, "mozione" respinta nonostante i 40 trascorsi dalla fuga dal paese, dopo una condanna per violenza sessuale su una minorenne.
Roman Polanski e lo stupro di 40 anni fa: la vittima lo ha perdonato
Questo vuol dire che se oggi Roman Polanski tornasse in America sarebbe passibile d'arresto. Il caso di violenza è quello sull'allora minorenne Samantha Gailey, che aveva dichiarato di aver perdonato Polanski: "Sono felice se emergerà la verità. Ha chiesto scusa, lo perdono. So che è dispiaciuto per quello che è accaduto e non voleva farmi del male. Ha ammesso quello che ha fatto ed è andato in prigione. Non continuerò a provare risentimento. Alle persone accadono cose ben peggiori. Ne sono consapevole. Accadono cose negative".
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