La scomparsa di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi, è stata commentata da tifosi, appassionati, amici, colleghi e addetti ai lavori con un'ondata di tributi, omaggi e ricordi. Molti sono imbevuti di fisiologica quanto ipocrita retorica. A movimentare le acque ci pensa Laura Pausini, le cui parole sui social arrivate nella tarda notte di mercoledì 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, hanno scatenato una vera e propria bufera.
Laura Pausini: Maradona "poco apprezzabile per mille cose"
Il cordoglio unanime e trasversale colpisce Laura Pausini più della morte stessa di Maradona.
In Italia fa più notizia l'addio ad un uomo sicuramente bravissimo a giocare al pallone, ma davvero poco apprezzabile per mille cose personali diventate pubbliche, piuttosto che l'addio a tante donne maltrattate, violentate, abusate. Oggi non sono la notizia più importante di questo Paese, nonostante questa mattina ne abbia perse altre due. Non so davvero che pensare.
Il riferimento della popstar è ai femminicidi di Aycha El Abioui, la 30enne di Cadoneghe, in provincia di Padova, ammazzata con una coltellata al petto dal marito Abdefettah Jennati, e di Loredana Scalone, 52enne di Stalettì, nel catanzarese, uccisa sempre a coltellate dal 36enne Sergio Giana, che aveva una relazione extraconiugale con la donna.
Fiorella Mannoia, in disaccordo con la collega, ha risposto via Twitter.
Se Michael Jackson fosse morto ieri sarebbe successa la stessa cosa. Quando se ne vanno uomini così amati nel mondo intero è logico che succeda questo. Non ha scelto lui di morire nella Giornata mondiale contro il femminicidio. Anche basta con questa polemica becera.
Va ricordato che Diego è morto lo stesso giorno di George Best e Fidel Castro.
Maradona oggi sommerso di retorica: le voci di chi odia
Quella di Laura Pausini non è la sola voce critica del mondo dello spettacolo che ha ricordato chi e cos'era l'Italia che ha odiato Maradona, e di riflesso Napoli, città contraddittoria lontana dallo star system e finita con il Dio del pallone al centro del mondo.
A "rompere" la retorica di queste ore di cordoglio ci hanno pensato gli juventini Giampiero Mughini ("Maradona è stato un uomo sfatto e frantumato, da se stesso e per le sue abitudini", ha dichiarato il giornalista) e Giuseppe Cruciani.
L'ex laziale, ai microfoni del programma La Zanzara su Radio 24, ha notato che "non si può piangere un cocainomane".
Ancora peggio ha fatto Filippo Facci. L'editorialista di Libero scrive su Facebook che Maradona è "un cervello strappato a una favela".
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