La retorica dell'andrà tutto bene, il mantra ripetuto allo sfinimento da media e governo, non va giù a Luca Ward. Quello che Carlo Freccero in una recente intervista al sito L'antidiplomatico ha definito "lo slogan del pensiero unico che, scimmiottando i grandi ottimisti della storia, ci ha condotto qui" non piace all'attore e doppiatore romano, che ha usato i social per esercitare il pensiero critico e fornire un punto di vista diverso nel mondo dello spettacolo, allo prese con l'emergenza sanitaria e socio-economica causata dall'epidemia di Covid-19.
Luca Ward, voce fuori dal coro
Ward scrive che no, non andrà tutto bene.
Ma come si fa a dire 'andrà tutto bene'. Migliaia di donne e uomini hanno perso la vita. Medici ed infermieri che sul fronte del virus hanno dato la vita. Gli aiuti per gli italiani non arrivano. Migliaia di lavoratori perderanno il posto. La politica che litiga creando panico ed incertezze quando dovrebbe fare il contrario. Come si fa a dire 'andrà tutto bene'.
Il doppiatore di tantissimi film di successo, che presta la voce a divi di Hollywood come Russell Crowe e Keanu Reeves, confessa un episodio della sua vita professionale legato a questa fase difficile.
Mi avevano chiesto di fare uno spot dove c'era questa frase... 'andrà tutto bene'. Non ce l'ho fatta! Mi sono tirato indietro.
Luca Ward: Mufasa ruggisce contro la retorica
Molti fan su Facebook sono d'accordo con le parole dell'attore: "Oh finalmente, qualcuno che non dice andrà tutto bene. Qua sta andando tutto male. Morti, attività che non riapriranno, con annessa perdita del lavoro di tante persone. Mi sono veramente stufato di sentire andrà tutto bene. È più corretto dire prima o poi finirà questo contagio a macchia d'olio", "Non faccio altro che ribadire di smetterla di dire andrà tutto bene. Ci vuole maturità e realismo. Posso capire i bambini, ma noi adulti che abbiamo contezza della situazione smettiamola di ridicolizzarci. Grande Luca, ti stimo più di ieri e meno di domani: vai avanti così", "I primi giorni di quarantena feci anche io lo slogan, perché è nato soprattutto per incoraggiare i più piccoli reclusi. Io sono un'educatrice di prima infanzia e quindi disegnare l'arcobaleno con questa frase mi sembrava giusto. Ma arrivati a oggi non ti dò per nulla torto!".
Altri utenti, invece, non hanno preso bene lo sfogo di Ward: "Proprio perché è così bisogna crederci e proprio per chi non ce l'ha fatta, per chi ancora sta lottando e per noi che ogni giorno a testa dura lavoriamo contro questo virus e questo sistema. Io dietro a mascherina e visiera ogni giorno lo ripeto 'andrà tutto bene'. Se non ci credessi davvero sarebbe inutile ogni gesto quotidiano che facciamo negli ospedali in questo momento", "È semplicemente un augurio e un incoraggiamento. Non ci vedo nulla di scandaloso. Non è che chi lo dice non si renda conto della realtà", "Il messaggio positivo ed incoraggiante serve a tanta gente, è un'ancora alla quale aggrapparsi in momenti di difficoltà e disperazione che tanti non riescono nemmeno ad immaginare. In quei momenti, può servire. Se anche regalasse un sorriso e quindi salvasse una sola anima dal baratro della disperazione, avrebbe raggiunto il suo scopo. Ecco perché va fatto, anche da chi, ragionevolmente, non ci crede".
Fonte foto: https://www.facebook.com/LucaWard/
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