Alessandro Borghi e Alessio Cremonini, attore e regista di Sulla mia pelle, hanno commentato il colpo di scena che ha caratterizzato l'inizio dell'udienza del processo sul caso Stefano Cucchi. Uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, ha accusato due colleghi, Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo, del pestaggio che portò alla morte del 31enne romano il 22 ottobre 2009. “Quella maledetta porta si sta aprendo, è solo un'udienza e non una sentenza, ma auspico che si arrivi alla verità e alla giustizia”, ha dichiarato Cremonini all'Ansa.
Stefano Cucchi: film "è speciale e vivo" dice Cremonini
Sulla mia pelle ha raccontato gli ultimi sette drammatici giorni di vita di Stefano Cucchi, interpretato da Alessandro Borghi. “Questo film è speciale, è vivo e oggi è un giorno magico che tutti noi aspettavamo come cineasti e come cittadini: abbiamo sempre immaginato che Stefano non fosse caduto per le scale”, ha spiegato il regista. “Bisogna constatare che ci sono voluti 9 anni per questa udienza”, ha poi aggiunto. Borghi, sulla sua pagina Facebook, è stato più stringato ed essenziale e ha commentato la svolta nel processo così: “La giustizia è lenta ma ariva pe tutti”.
Stefano Cucchi, Salvini invita la famiglia al Viminale
“Ci chieda scusa chi ci ha offesi in tutti questi anni. Ci chieda scusa chi in tutti questi anni ha affermato che Stefano è morto di suo, che era caduto”, ha scritto su Facebook Ilaria Cucchi, la sorella che lotta da anni per ottenere verità e giustizia. “Ci chieda scusa chi ci ha denunciato. Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello. Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare. Lo Stato deve chiederci scusa. Deve chiedere scusa alla famiglia Cucchi”.
Le sue parole hanno un destinatario preciso. “La sorella e i parenti di Stefano Cucchi sono i benvenuti al Viminale”, ha scritto Matteo Salvini sui social. Il ministro dell'Interno, quando la sorella di Stefano decise di postare su Facebook una foto di Francesco Tedesco in costume da bagno, la pensava diversamente: “Capisco il dolore di una sorella che ha perso il fratello, ma mi fa schifo. È un post che mi fa schifo. Mi ricorda tanto il documento contro il commissario Calabresi”. “Il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano – ha detto Ilaria intervistata da Rtl 102.5 – allora potrò pensare di andarci, prima di allora non credo proprio”.
Fonte foto copertina: https://www.facebook.com/SullaMiaPelle2018/
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