Law & Order - Unità speciale è un piccolo gioiello della televisione, la cui prima stagione è arrivata sul piccolo schermo nel 1999. Creata da Dick Wolf e interpretata da Mariska Hargitay e Christopher Meloni, la serie vede al centro di tutto l’Unità Vittime Speciali, una squadra d'élite del Dipartimento di Polizia di New York specializzata in crimini di natura sessuale. Il detective Elliot Stabler, un veterano che nella sua carriera ha visto di tutto, e la detective Olivia Benson, la quale ha scelto questo mestiere dopo essere stata per prima la vittima di uno stupro, sono le due colonne portanti dell’unità, anche se entrambi rispondono a Donald Cragen, il loro capitano, un uomo il cui approccio duro ha permesso alla squadra di poter affrontare delle sfide sempre più difficili.
La recensione di Law & Order - Unità speciale
Law & Order - Unità speciale, da cui sono stati tratti tutti i vari spin-off, continua ad essere una delle serie più seguite della televisione. Quale sarà il motivo del suo successo? Innanzi tutto è evidente che il merito è da attribuire al genio di Dick Wolf, il quale è riuscito a dare vita a un telefilm che si fonda su dialoghi potenti, in grado di arrivare dritti al punto senza mai scivolare nella banalità. I casi di abusi sessuali affrontati nel corso di tutte le stagioni sono sempre nuovi, mai ripetitivi, e nascondono il più delle volte un colpo di scena eclatante. Una menzione speciale infatti dovrebbe andare alla sceneggiatura, che delinea punto per punto e con un’accuratezza tale da non lasciare nulla al caso il carattere dei personaggi - anche secondari - e i casi in questione.
Imprevedibile, emozionante, sconvolgente dal punto di vista psicologico dei protagonisti e degli spettatori, il progetto gode della sublime espressività degli attori, primi fra tutti i veterani Mariska Hargitay e Christopher Meloni, che risultano credibili e molto umani sia nei rari momenti di leggerezza, sia in quelli di grande intensità drammatica. Spesso riescono a rendere le figure da loro interpretate empatiche, portando così lo spettatore a immedesimarsi in esse e a pensare “come avrei reagito io?”.
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