The Handmaid's Tale è l'adattamento televisivo dell'acclamato romanzo omonimo di Margaret Atwood, conosciuto in Italia con il titolo Il racconto dell'ancella. Ricordiamo che quest’ultima ha dato il suo contributo alla serie in qualità di consulente di produzione. Il progetto vede protagonista Offred (DiFred), un’ancella che cerca di sopravvivere al regime maschilista di Gilead. Si tratta di una società totalitaria governata da un contorto fondamentalismo religioso che tratta le donne come meri oggetti e una proprietà dello stato.
Come una delle poche donne fertili rimaste, Offred lavora presso la residenza del Comandante Fred Waterford, costretta alla schiavitù sessuale nel disperato tentativo di ripopolare un mondo devastato da catastrofi naturali e dal crollo del tasso di natalità. In una società in cui anche una parola sbagliata potrebbe costarle la vita e chiunque potrebbe essere una spia per Gilead, Offred affronta i Comandanti e le loro mogli crudeli con un solo obiettivo: sopravvivere e trovare la figlia che le è stata strappata via.
La recensione di The Handmaid's Tale
Un season finale in linea con tutta la prima stagione è quello offerto dall’ideatore Bruce Miller, il quale ha regalato al piccolo schermo un vero e proprio gioiello televisivo. Una serie che racconta una realtà cruda e lontana dalla nostra, ma che allo stesso tempo ci permette di sentirci vicino alle vicende che vedono protagonista una straordinaria Elisabeth Moss. Questo non solo grazie alla forza espressiva di ogni singolo attore coinvolto, ma anche per via di una minuziosa regia, fatta di primi piani incisivi e di inquadrature in grado di mostrare lo stato d’animo dei personaggi presenti.
Nel season finale di The Handmaid's Tale emerge un aspetto molto importante che all’inizio - un po’ per il contesto, un po’ per non togliere spessore alla narrazione - non è stato affrontato: la solidarietà tra le ancelle e il forte legame che le lega, tanto da rischiare la propria vita per proteggersi a vicenda.
Spesso la prima stagione ha messo in luce scene grottesche, momenti a cui le ancelle sono costrette a sottoporsi, mostrando così tutta la loro impotenza contro il sistema e - allo stesso tempo - la loro forza interiore che emerge soprattutto nelle scene più intense e buie. Siamo sicuri che il nuovo governo sia inaffondabile? Il season finale della prima stagione ci pone di fronte a una via d’uscita da questo mondo crudele e dannoso per qualsiasi donna, lasciando però lo spettatore con un finale aperto che fa ben sperare.
Un inno alla figura femminile e alla lotta per i loro diritti che si avvale di dialoghi degni di nota: diretti, chiari e forti. Difficilmente lo spettatore ne resterà indifferente, perché ogni episodi di The Handmaid's Tale tocca corde che in qualche modo riguardano la vita di ogni uomo. Il ritmo è lento, ma le scene che si susseguono sono talmente ricche di colpi di scena e di situazioni di forte impatto emotivo e visivo che ne permettono la visione senza mai annoiare lo spettatore.
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