Guai in vista per Fabio Fazio, che nonostante aver compiuto il suo lavoro ed essere andato regolarmente in onda la scorsa domenica con la consueta puntata di Che Tempo Che Fa, sarebbe nel mirino del suo direttore generale Mario Orfeo a causa dell'intervento telefonico, non previsto, del leader del Movimento Cinque Stelle Luigi di Maio. Una situazione confusa che ha colpito Rai Uno e che non ha reso per niente felice il dg della rete.
Fazio e Di Maio: polemica per la telefonata a Che Tempo che Fa
Andiamo per ordine. Domenica 27 maggio 2018 dopo la crisi istituzionale che ha colpito la nostra Nazione, e la rinuncia al mandato di premier di Giuseppe Conte, buona parte della programmazione televisiva ha subito delle variazioni e tra queste ci si aspettava anche uno speciale a tema politico su Rai Uno. Invece Fabio Fazio, incredulo come riferito ai giornalisti de La Stampa, è andato comunque in onda con il suo Che Tempo Che Fa. In un clima surreale si è poi presentata l'opportunità di avere un colloquio con il leader grillino Luigi Di Maio, che tramite Rocco Casalino aveva espresso la sua volontà di intervenire in diretta. Quella telefonata, in cui il volto del Movimento Cinque Stelle ha attaccato pesantemente il Presidente Sergio Mattarella e il suo operato, avrebbe mandato su tutte le furie il dg Rai Mario Orfeo, che di conseguenza avrebbe scaricato la sua rabbia su Fazio, reo di non aver saputo gestire la telefonata e i toni del dialogo.
Che Tempo Che Fa: Luigi Di Maio in tv contro Mattarella
In effetti Luigi Di Maio ha preso la palla al balzo, e contando su uno dei programmi più seguiti della televisione italiana, ha sfruttato il mezzo per manifestare il suo dissenso alle scelte politiche di Mattarella e per ribadire le sue intenzioni di valutare l'impeachment per il Presidente: "Ringrazio per l'ospitalità e ne approfitto per trasmettere quanto siamo arrabbiati in questo momento. Eravamo a pochi passi dal formare un governo del cambiamento e il Quirinale ha respinto la lista dei ministri, perché conteneva il nome di un ministro reo di aver criticato in passato sui suoi libri l'Unione Europea e i trattati, per esempio, che stanno distruggendo i lavoratori. Io sono allibito: c'è una maggioranza in Parlamento che ha espresso un presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, una lista dei ministri e non è stata accettata", ha detto Di Maio.
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