Ocean's Eight: la recensione dello spin-off al femminile della trilogia Ocean's

La versione al femminile della saga creata da Steven Soderbergh sarà all'altezza? Nel casto di Ocean's 8 uno stuolo di star e volti noti, come Serena Williams e Kim Kardashian

Era il 2001 quando Steven Soderberg girò Ocean's Eleven (in Italia Ocean's Eleven – Fate il vostro gioco) con un super cast composto, tra gli altri, da George Clooney, Brad Pitt, Don Cheadle, Casey Affleck e Matt Damon. Il film, remake di Colpo Grosso del 1960 con Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davies Junior, fu un successo globale, con oltre 450 milioni di dollari di incasso. Lo stesso Soderberg girò due sequel: Ocean's Twelve e Ocean's Thirteen. Oggi la saga ritorna e vira tutto al rosa con Ocean's Eight. Il grande successo della trilogia Ocean's riuscì a lanciare una formula pop e glamour del film di malavita, portando nuovamente in auge il mito romantico del ladro gentiluomo, criminale sì, ma decisamente stiloso e super cool, dai modi alto borghesi e dall'indubbio fascino.

Ocean's 8: dalla trilogia al capitolo rosa

Soderberg impresse un marchio stilistico molto sobrio e patinato ai tre film, dove humor e leggerezza la facevano da padrone, con un utilizzo al minimo sindacale di armi e violenza. Tre film quindi che di noir e crime hanno solo lo spunto (il colpo da mettere a segno) e che disciolgono gli elementi criminali in un calderone molto più vicino alla commedia brillante e ritmata.

Il caper movie (o heist movie, il cui corrispettivo italiano sarebbe un film su un colpo) del nuovo millenio era servito in una veste ruffiana, modaiola direbbe qualcuno per usare un termine dispregiativo, ma decisamente vincente, vuoi per lo stile piacione (ma non cafone, anzi asciuttissimo) di  Steven Soderberg (Unsane), vuoi per le facce giuste messe nei ruoli giusti. Ad un certo punto si mormorò anche della possibilità di un quarto capitolo della serie ma Soderberg stesso assieme al sodale George Clooney dichiararono che non sarebbe mai uscito un Ocean's Fourteen come segno di rispetto per la morte, avvenuta nel 2008, dell'attore Barnie Mac, presente in tutte e tre le pellicole.

Ocean's 8: cast all female e stellare

Le porte rimasero aperte però per uno spin-off tutto al femminile e oggi ci troviamo tra le mani Oceans' Eight, per la regia di Gary Ross, classe '56 e noto per aver adattato per il cinema e diretto il primo capitolo di Hunger Games con Jennifer Lawrence. Ross dunque ha preso il testimone di Soderberg dietro la macchina da presa, mentre quest'ultimo appare comuqnue nel ruolo di produttore. L'idea di base è quella di un film tutto al femminile, un'onda che Hollywood continua a voler cavalcare nonostante, per ora, progetti come il reboot in "salsa rosa" di Ghostbusters siano stati ampiamente maldigeriti dal pubblico.

Ma d'altronde, dopo lo scandalo Weinstein e l'onda lunga del movimento "me too" di stampo femminista, un film all-female sembra cadere proprio nel momento più adatto.

A cimentarsi dinque col il muovo "colpo del secolo" è un gruppo di all star di sole donne, con nomi stellari come Sandra Bullock (che interpreta la sorella di Danny Oceans, il protagonista della trilogia interpretato da George Clooney), Cate Blanchett, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway, Sarah Paulsen, Rihanna, Mindy Kaling e Awkwafina (ma ci sono anche piccoli ruolo o cammei per Dakota Fenning, Katie Holmes, la campionessa e celebrità mondiale del tennis Serena Williams, Kim Kardaschian e Andriana Lima).

Ocean's 8: la trama

Il plot è ancora quello: un supergruppo di brillanti menti assemblato per mettere a segno il colpo del secolo, il furto delle celeberrima collana Toussaint di Cartier, un gingillo che farebbe impazzire qualsiasi donna, dal valore di 150 milioni di dollari. Roba da poco, insomma. Ma non basta, il furto è programmato durante il Met Gala di New York, uno degli eventi più eslusivi al mondo. Ross gioca sul sicuro e plasma questo nuovo capitolo della saga riproponendo i punti di forza dei precedenti tre film: la meticolosa preparazione del colpo, l'introduzione dei personaggi, i retroscena dell'impresa, il tutto giocato coi tempi e i modi della commedia e una grande dose di humor.

Non è quindi l'originalità, quello che troverete in Ocean's Eight, ma piuttosto la riproposizione di uno schema molto ben collaudato. Squadra o meglio schema che vince, non si cambia.

Purtroppo però, esiste un solo Steven Soderberg, che ha già riproposto questo schema in versione redneck in un altro film uscito recentemente al cinema, Logan Lucky. Il grande merito del regista di Atlanta è sempre stato quello di essere riuscito a coniugare uno stile fortemente glamour (o per meglio dire fighetto, termine che rende molto meglio) e patinato senza risultare fastidioso.

Insomma, Clooney, Pitt e compagnia bella ammiccavano in continuazione ma le loro pose da gentleman altolocati del crimine non eccedevano mai, pur risultando spesso vicini al macchiettistico non travalicavano mai quel confine. La banda era nello stesso tempo cool e anche simpatica e leggera. Gary Ross tenta in ogni modo di clonare lo stile del suo precedessore ma, semplicemente, non ci riesce, non è nelle sue corde.

Ocean's 8: la sceneggiatura perde colpi

Il cast è valido, vario, ricco di volti perfetti ma è travolto da una sceneggiatura in primis zeppa di buchi quando racconta la fase preparatoria del colpo (parte che il pubblico ha adorato nei film precedenti proprio per la sua chirurgica precisione e verosimiglianza) e decisamente troppo modaiola (e qui usiamo volutamente il termine in senso negativo) nella seconda parte. Se i primi tre Ocean's riuscivano a mantenere la barra dritta danzando tra ambienti ricchi e glamour senza però mai perdere il focus, ovvero la riuscita del colpo, Ocean's Eight, ad un certo punto, sembra quasi una costosissima sfilata di moda, o un cocktail party, con una fastidiosissima ed eccessiva ostentazione di abiti, gioielli, cibi sofisticati e tutto l'armamentario completo della vita da milionario americano.

In tutto questo marasma di auto costose e ristoranti da 400 dollari a pasto, Ross si dimentica che sta girando un heist movie seppur coi toni della commedia brillante e se da una parte ci sono parti riuscite e divertenti, il film a lungo andare perde mordente, non presenta colpi di scena degni noti e il tasso di adrenila ad un certo punto rasenta pericolosamente lo zero.

Non che il film diventi lento o addirittura noioso, ma c'è la netta sensazione che questo film sia un po' la copia-carbone "sfortunata" delle altre tre pellicole, più banale, più scontato e davvero troppo concentrato a presentarci personaggi e location stilosi a discapito di tutto il dicorso della rapina.

Ci sono anche alcuni riferimenti alla parità di genere e qualche stoccata allo star sysyem hollywodiano ma rimangono in superficie, quasi come atti dovuti e inseriti dentro il film per dovere. E qui casca l'asino: perché concepire un film sulle rapine tutto al femminile e poi perdersi tra un Martini, un abito griffato e passerelle di moda? Occasione mancata.

Voto: 5

Fonte foto articolo: www.facebook.com/Oceans8IlFilm/