Il 20 gennaio 2018 cade un triste anniversario: saranno passati 25 anni dalla morte di Audrey Hepburn, colei che più di ogni altra contende a Marilyn Monroe il ruolo di "divina" nella storia del cinema. Indimenticabile e nota a tutti la sua silhuette con tubino nero e capelli raccolti in un elegante chignon in Colazione da Tiffany, così come è entrata nella mitologia la sua esibizione, con un look più acqua e sapone ma altrettanto potente, di Moon River nello stesso film. Audrey Hepburn, nome d'arte di Audrey Kathleen Ruston, nacque a Ixelles (Belgio) il 4 maggio 1929 e morì il 20 gennaio del 1993 nella località svizzera di Tolochenaz. L'anniversario della sua scomparsa può essere una buona occasione per ripassare la sua filmografia e scoprire o riscoprire le opere che l'hanno consegnata alla storia della settima arte e dell'immaginario.
Audrey Hepburn, i film: gli anni cinquanta e Sabrina
Dopo aver tentato la carriera di ballerina, la Hepburn esordì sul grande schermo a inizio anni cinquanta. Furono due i film che la consacrarono: Vacanze Romane di William Wyler (1953), per il quale vinse il primo dei suoi due Oscar, e Sabrina di Billy Wilder (1954). Sia nel ruolo della principessa conquistata dal giornalista sullo sfondo di Roma di Vacanze Romane, sia nel ruolo della popolana che fa perdere la testa ai due rampolli dell'alta borghesia interpretati da Humprey Bogart e da William Holden di Sabrina si delinea quel personaggio in cui l'eleganza e la raffinatezze estreme convivono con una semplicità quasi acqua e sapone e con la dolcezza altrettanto evidenti, creando quel mix esplosivo che l'ha resa unica. Sabrina per Audrey Hepburn è forse il film più emblematico in questo senso, quello che ha codificato il mito.
Due film iconici, con Sabrina particolarmente riuscito e memorabile. Billy Wilder, uno dei maestri della commedia, del resto le dipingerà un ruolo molto simile tre anni dopo nel brillante Arianna, dove la Hepburn farà perdere la testa a Gary Cooper. Negli anni cinquanta la diva interpretò, tra gli altri, anche Cenerentola a Parigi, film con il quale inizia la collaborazione con il regista Stanley Donen e nel quale darà sfogo al suo talento nella danza ballando con Fred Astaire, e Guerra e pace, kolossal di King Vidor.
Gli anni sessanta, Colazione da Tiffany e Due per la strada
Nehli anni sessanta Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany interpreta Holly Golightly, il suo ruolo più famoso. Il film del 1961 diretto da Blake Edwards - altro maestro della comicità - offre all'attrice, complice il romanzo di Truman Capote a cui l'opera è ispirata, un personaggio tra le righe più stratificato e tormentato dietro le sempre evidenti e irresistibili eleganza e semplicità.
Complessità che tornerà nel 1967 in uno dei migliori film da lei interpretati, e purtroppo meno conosciuto di altri; Due per la strada di Stanley Donen, nel quale l'intera storia di un matrimonio, dei suoi momenti più felici ed entusiasti e delle sue crisi, viene raccontata attraverso le ricorrenti vacanze in Francia che la coppia protagonista (insieme alla Hepburn c'è Albert Finney) compie nel corso degli anni. Un film divertente, brillante, romantico e anche malinconico e amaro.
Nel decennio ha lavorato ancora con Stanley Donen per il brillante giallo/rosa Sciarada (1963), vinse nel 1964 il suo secondo Oscar per il musical My Fair Lady di George Cukor. Non si limitò alle commedie interpretando il western di John Huston Gli inesorabili e il dramma Quelle due di William Wyler.
Gli anni settanta e ottanta e Robin e Marian
Negli anni settanta le sua apparizioni si diradarono notevolmente. Audrey preferisce abbandonare il cinema e dedicarsi alla famiglia e all'attività di volontariato. Tra i pochi film interpretati merita di essere ricordato l'elegiaco Robin e Marian di Richard Lester (1976), nel quale Audrey è Lady Marian. Il film racconta del ritrovarsi di Robin Hood (Sean Connery) e Lady Marian in età avanzata, e unisce romanticismo, avventura, brillantezza e malinconia. Un'altra opera commovente che non ha trovato il successo che meriterebbe.
La vediamo ancora in ...E tutti risero di Peter Bogdanovich (1981) e, per l'ultima volta, in Always - per sempre di Steven Spielberg, dove appare significativamente come un angelo, in quello che può essere considerato come un ultimo ruolo iconico e un'anticipazione di quello che diventerà nella memoria collettiva.
FONTE IMMAGINE https://www.facebook.com/Audreyhepburnlovebygrace/
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