Cars 3 è un film con protagonista un'auto da corsa torna che parla di sport. Chi non ha visto il secondo capitolo della saga animata targata Pixar non può che reagire con un molto ironico: “Ma dai?”. Chi invece è stato spettatore di Cars 2 (o di entrambi i precedenti due film) avrà invece tirato un sospiro di sollievo. Il capitolo due della storia con protagonista Saetta McQueen, infatti, strizza molto più l'occhio ai film di spionaggio e ai thriller che al mondo delle corse: c'è anche uno specie di 007 a quattro ruote, Finn McMissile, che dovrebbe rendere la pellicola più intrigante. Il risultato finale invece è stato molto deludente, è così che con Cars 3 la Pixar ha deciso di tornare alle origini, a ciò che delle auto da corsa sanno fare moglie: per l'appunto, correre. Uno degli aspetti che più si possono apprezzare del film d'animazione è quello delle atmosfere, delle strade brutte e sporche dell'America più profonda nei quali Saetta McQueen si allena per tornare a essere il campione che è sempre stato.
Saetta McQueen in Cars 3 è un mix tra Rocky e Totti
Come Rocky è diventato un campione affermato nel mondo del pugilato, anche il bolide rosso con il numero 95 appiccicato alle portiere è un campione di successo, conosciuto ovunque, ma che con il passare del tempo sembra destinato a lasciar strada (in questo caso proprio nel senso letterale del termine) alle auto sportive di nuove generazioni, più giovani, più tecnologiche e, soprattutto, più veloci. In Cars 3 sembra di rivedere una delle tante storie sportive che non appartengono solo al mondo del cinema, ma anche a quello reale: Saetta McQueen è una sorta di Francesco Totti, con la stessa voglia di continuare a fare ciò che più ama, ciò per cui è nato, a cui viene però consigliato di ritirarsi perché, pur essendo un grande campione, non può competere con le macchine di nuova generazione. Ma Saetta McQueen non ci sta, non si arrende, torna nelle strade dove aveva iniziato e, grazie all'aiuto della giovane allenatrice Cruz Ramirez e, successivamente, a quello del più esperto Smokey, torna a gareggiare e a vincere.
Cars 3 e i suoi insegnamenti
Cars 3, in particolare verso la fine del film parla di ciò che i giovani possono insegnare ai meno giovani ma anche di quanto preziosi siano i consigli dei più esperti: il rapporto che viene creato tra il vecchio campione Saetta McQueen e la giovane ambiziosa Cruz Ramirez, che ha sempre sognato di diventare un'auto da corsa propria come il suo idolo, ma è stata discriminata perché donna (quello dei parità dei sessi è un altro tema che Cars 3 tocca, riuscendo anche a laciare un messaggio di uguaglianza e parità in maniera molto efficace) ha proprio questo scopo. Manca solo la celebre Fathers and son cantata da Cat Stevens a rendere anche più chiaro il messaggio.
Cars: la gara che non ti aspetti con un finale ai limiti del regolamento
In generale i film della Pixer, che cancella ogni riferimento a ciò che è avvenuto nella precedente pellicola, quasi a chiedere scusa allo spettatore per aver creato un film così deludente che non c'entrasse nulla con la storia originale, sa farsi apprezzare proprio perché torna ad essere nel suo profondo un vero Cars, torna a raccontare storie di auto e sport, senza scimmiottare gli 007. Qualche riga a parte la merita però il finale: senza spoilerare nulla a chi dovesse ancora vedere il film, appare però evidente che quello che dovrebbe essere un messaggio positivo (la collaborazione tra il giovane e il vecchio per il raggiungimento di un obiettivo) è in realtà qualcosa di antisportivo, un subdolo trucchetto per vincere, per battere chi, non potendo contare sull'aiuto degli altri, si rimbocca le maniche per giungere da solo al proprio obiettivo. E ce la farebbe anche se non fosse per un trucchetto, per un viaggiare al limite del regolamento. Un finale così non può che far abbassare il giudizio di un fill comunque apprezzabile.
Voto: 6
Frase:
“Io decido quando ritirarmi”
Fonte foto copertina: facebook.com/PixarCarsIT/
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