Era il 16 dicembre 1977 quando nelle sale cinematografiche arrivò una pellicola che raccontò come mai prima d’allora il disagio giovanile, la voglia di rivincita dei figli degli immigrati, i problemi di integrazione razziale, le tensioni familiari e sessuali. Ma soprattutto la forza della musica e del ballo come arma di riscatto.Questa sera su Sky Cinema Classic potremo rivivere queste emozioni con La febbre del sabato sera, il film simbolo della disco music diventato leggenda e amato in tutto il mondo.
Trama
Tony Manero ha diciannove anni, occhi scuri e fascino latino. Lavora come commesso in un negozio di vernici, ma appena può corre a ballare in discoteca. Del resto in casa la situazione non è idilliaca: il babbo è disoccupato, la mamma è una maniaca bigotta e il fratello prete sta per abbandonare la tonaca. Il film nasce col pretesto di un'inchiesta giornalistica intitolata Riti tribali del nuovo sabato sera, ma quel che conta è la discoteca, l'abito bianco di Travolta e la musica dei Bee Gees.
Curiosità:
- La discoteca usata come set per le sequenze di ballo tra le più famose della storia del cinema era l’Odyssey 2001. Negli anni ’70 era una discoteca di quartiere piuttosto squallida e malmessa, dove però si esibivano band di culto della disco come Trammps, Carol Douglas, i Tavares, Gloria Gaynor, i Double Exposure ed Evelyn “Champagne” King. Fu la produzione a ristrutturarla cambiando la dancefloor in plexiglass e le luci multicolori. Dieci anni dopo, l’Odyssey chiuse per far posto al gay bar Spectre, in attività fino al 1995. In seguito l’edificio è stato demolito (i pezzi della pista da ballo sono finiti in vendita su eBay) ed il lotto acquistato da un’azienda cinese.
- Il film ebbe un successo straordinario. La colonna sonora della pellicola, Saturday Night Fever, composta per lo più dai celebri brani dei Bee Gees, vendette oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo, diventando una delle colonne sonore più vendute di tutti i tempi
- Venne accolto da recensioni e pareri positivi dalla maggior parte dei critici, molti dei quali lo definirono il film più bello dell'anno, nonché uno dei migliori degli Anni Settanta.
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