Joe Dante appartiene alla generazione di cineasti americani nata cinematograficamente tra gli anni Sessanta e Settanta e definita da un alto pensiero cinefilo, dalla rivendicazione di un cinema popolare e d'autore, intelligente e spesso dal budget limitato (anche Dante, come altri registi, proviene dalla factory di Roger Corman), dalla passione per i generi, dall'impegno sociale e politico nascosto all'interno di film d'avventura, horror, fantascienza, commedia. Ma è, Joe Dante, meno riconosciuto di altri suoi colleghi. Ben venga, quindi, la retrospettiva organizzata a Parigi dalla Cinémathèque française (1 marzo-1 aprile 2017) che permette di vedere sia i film realizzati per il cinema sia quelli per la televisione (tra cui episodi di Ai confini della realtà, Storie incredibili, Gli acchiappamostri, Masters of Horror). Una filmografia nel segno della satira pungente, dell'ironia da far circolare nelle immagini. Dal primo film di finzione, diretto con Allan Arkush, Hollywood Boulevard (1976), satira dei B movie tanto amati, a quello più recente, Burying the Ex (2014), presentato alla Mostra di Venezia, commedia macabra per una storia d'amore con fidanzata zombie.
Tra questi due lavori (ma nel 1968 Dante aveva realizzato, come debutto, il documentario-fiume The Movie Orgy dove dichiarava tutto il suo amore per il cinema) si collocano titoli di grande successo e opere di raffinata crudeltà. Dopo due horror di culto, Piranha (1978) e L'ululato (1981), Dante nel 1984 firma quello che diventerà un blockbuster, Gremlins, popolato tanto di mostri (che vanno anche al cinema...) quanto di ragazzini (ai quali il regista dedica un'attenzione speciale, riserva un posto privilegiato nelle storie dei suoi film). Eccoli in Explorers (1985) sognare la fantascienza con alieni degli anni Cinquanta. In un cinema, quello di Joe Dante, alla scoperta di mondi con la curiosità di un bambino. Un cinema che esplora ancora la fantascienza (Salto nel buio, 1987), che si spinge nei territori del gioco (Small Soldiers, 1998) e dell'animazione con attori (Looney Tunes: Back in Action, 2003). Un cinema che piazza colpi perfetti con opere fortemente politiche come Matinée (1993), ambientato negli anni della crisi missilistica tra Stati Uniti e Cuba, con un indimenticabile John Goodman, e Homecoming (2005), episodio della serie Masters of Horror, dove dei soldati americani morti in Iraq si sono mutati in zombie e sono tornati a casa per votare alle elezioni presidenziali. Al B movie Joe Dante rimane sempre vicino e non stupisce che il prossimo film, in pre-produzione, The Man With the Kaleidoscope Eyes, torni agli anni Sessanta, a Roger Corman (e ai suoi magnifici complici Peter Fonda, Jack Nicholson, Dennis Hopper) e alle sue visioni psichedeliche rese in The Trip - Il serpente di fuoco del 1967.
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