In informatica un easter egg è qualcosa di scherzoso, bislacco, che i progettisti o gli sviluppatori di un prodotto, specialmente software, nascondono nel prodotto stesso. E in questo caso di esempi se ne possono citare a bizzeffe. Ti ricordi, per caso, di uno dei più vecchi? In Microsoft Word 97: in un documento nuovo si doveva scrivere la parola Blue. Poi dopo averla selezionata, bisognava accedere alla voce Carattere del menu Formato e impostarla sul colore blu e in grassetto. Quindi, deselezionata la scritta, si posizionava il mouse in fondo alla parola e si premeva lo spaziatore. Infine, si accedeva alla finestra di informazioni di "Informazioni su Microsoft Word" del menù, si premevano Ctrl e Shift insieme e si cliccava sul banner di Word per far apparire un flipper.
Nel cinema, invece, che cosa si intende per easter egg? Si tratta di una citazione, di un riferimento, più o meno esplicito, di un film inserito in un altro film. Spesso si tratta di strizzare l'occhio ai fan di un determinato franchise, sempre pronti a notare ogni riferimento con i capitoli passati della saga o un crossover con possibili spinoff. Altre volte le intenzioni del regista sono meno evidenti: i rimandi a scene di film di culto del passato sono più sottili, le citazioni diventano solo per intenditori e per distinguere questi piccoli ovetti di Pasqua a volte ci vuole la conoscenza di un vero intenditore.
Hai mai provato a dare la caccia agli easter egg del mondo del cinema? È davvero divertente e puoi farlo anche se sei a dieta e devi tenerti alla larga al cioccolato.
I film... con la sorpresa! Non essere malizioso: non si tratta di quello che pensi
Alcuni film dialogano tra loro nel tempo, attraverso anni e saghe diverse. Certo, la comunicazione è più semplice e la citazione più facile da realizzare quanto più il legame tra un film e l'altro è stretto. Accade così anche per due dei franchise più famosi della storia del cinema: da una parte Il signore degli anelli, dall'altra Lo Hobbit. Nel primo lungometraggio si assiste a una scena particolare: Aragorn e gli hobbit sono sulle tracce della Foglia del Re. Li si vede inquadrati nel bel mezzo della vegetazione, di notte; la camera, poi, inquadra un gruppo di troll completamente pietrificati. Hai ricordato la scena? L'elemento dei troll pietrificati ti sembra particolarmente famigliare? Questo perché i bestioni compaiono anche nel 2012 in Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato per un buon minutaggio del film, nello specifico quando affrontano Bilbo Baggins e la compagnia di Thorin Scudodiquercia, e, dopo aver tergiversato per troppo tempo, vengono arrostiti dai primi raggi del sole che albeggia.
Non è poi così arduo – potresti anche obiettare – ricostruire a posteriori, in un sequel, gli antefatti che stanno dietro a una scena curiosa, come avviene nel caso appena descritto di Il signore degli anelli e di Lo Hobbit. Ma ti assicuriamo che nelle sale è accaduto anche il contrario. Capita, infatti, che un dettaglio di un film si riveli in un secondo momento una sorta di presagio per un titolo che probabilmente è ancora in fase di lavorazione, o il cui progetto non ha addirittura ottenuto il via libera dalla casa di produzione. Un esempio? Parliamo di Io sono leggenda, il celebre film del 2007 diretta da Francis Lawrence, basato sull'omonimo romanzo di Richard Matheson, e con Will Smith nei panni del protagonista principale della pellicola. Ebbene, nello scenario post apocalittico della New York devastata dai zombie, tra le rovine della città, viene inquadrato un particolare cartellone pubblicitario. Su di esso si vedono distintamente il simbolo di Batman e, sovrapposto, quello di Superman. Chi all'epoca aveva notato questo particolare avrà pensato a un insolito accostamento dei due eroi della DC Comics. Una scelta bizzarra, la cui vera natura è stata però rivelata dall'illuminante annuncio: quello della messa in produzione di Batman v Superman: Dawn of Justice, il film del 2016 diretto da Zack Snyder.
Quando la citazione è una dichiarazione d'amore. O di ammirazione
Non si tratta di omaggi, che in maniera più o meno esplicita fanno il verso a un grande film del passato. In questo caso le easter egg sono nascoste e nello stesso tempo chiaramente sotto il naso dello spettatore. Certo, per scorgerle a volte è necessario avere la vista aguzza, o magari vedere il film in dvd, così da poter usare il fermo immagine. Per esempio, ti ricordi Apocalypse Now? Nel cast del film moltissimi grandi divi del mondo di Hollywood: Marlon Brando nei panni di Walter E. Kurtz, Robert Duvall in quelli di William "Bill" Kilgore; Martin Sheen in quelli di Benjamin L. Willard; Frederic Forrest in quelli di Jay "Chef" Hick. Tra gli attori c'era anche un giovane Harrison Ford, che interpretava il colonnello Lucas. E fino a questo punto nulla di strano, potresti obiettare. Non è proprio così: il nome non ti dice nulla? Se fai attenzione ai dettagli, noterai che sul cartellino identificativo sull'uniforme del personaggi c'è scritto anche il suo nome: G. Lucas. La G. è un rifermento lapalissiano a George Lucas, a questo punto non ci sono più dubbi. E si tratta di un chiarissimo omaggio al creatore della saga di Star Wars.
Easter egg: il caso della firma 113
Questo è forse un caso limite e non sappiamo quanto effettivamente si possa parlare di easter egg. Si tratta quasi di una firma, un marchio, di cui puoi controllare la presenza in moltissimi – se non nella totalità – dei film della Pixar. Hai mai notato la ricorrenza della sigla a113? Appare, in modo decisamente furtivo, in film come Cars, Toy Story, Brave... Che cosa significa? Se lo sono chiesto in molti e la spiegazione in realtà è molto più semplici di quanto gli amanti dei complotti speravano. È una specie di codice identificativo: a113 è il numero di un’aula al California Institute of Arts. E quindi? Ebbene, il succitato istituto è un’università di Valencia, in California, dal quale sono uscite molte delle matite che ora lavorano e disegnano proprio alla Pixar. E che di certo sono stati studenti tra i banchi dell'aula a113. Tra questi ci sono lo stesso John Lasseter e Brad Bird, il regista tra le altre cose di Gli Incredibili e Ratatouille.
Film Disney, il paradiso dei conigli pasquali. E di chi si diverte moltissimo a dare la caccia alle easter egg.
L'impero dei film della Disney è forse il territorio più ricco in cui chi è a caccia di easter egge si può divertire a scovare citazioni e sorprese. Le pellicole della casa di Topolino sono film per ragazzi: li abbiamo visti fin dalla più tenera età. Così è possibile che, più affascinati dalle canzoni e dalle melodie a colori dei nostri personaggi preferiti, alcune ingegnose apparizioni ci siano sfuggite.
Per questo motivo i film della Disney possono anche essere considerati film per adulti: oltre al piacevole effetto amarcord, potresti riscoprire numerose battute sottili o giochi di parole che non avevi per nulla colto. E di certo ti accorgerai di come quell'easter egg, in realtà, sia sempre stato in bella mostra. Gli esempi sono davvero troppi per ricordarli proprio tutti, ma ci proviamo lo stesso: in Aladdin il Genio della lampada si trasforma per qualche istante in Pinocchio per qualche secondo; e attaccato sempre alle dita del Genio appare anche Sebastian, il famoso granchio della Sirenetta.
A volte alcuni personaggi secondari appaiono come “riciclati”: uno degli scagnozzi al seguito di Rattigan in Basil l'investigatopo è identico a Biagio, la lucertola-spazzacamino di Alice nel paese delle meraviglie; inoltre, in Basil l'investigatopo uno degli inquietanti giocattoli nella stanza dei balocchi è evidentemente ispirato a Dumbo.
Parliamo ora di un grande classico Disney che è davvero sulla bocca di tutti per via del recente film live action al cinema: La bella e la bestia. Ti ricordi quando il padre di Belle si smarrisce nel bosco e non legge le indicazioni sui cartelli? Ebbene, se aguzzi lo sguardo e metti in pausa il video, noterai che le scritte su quelle sgangherate assi di legno hanno un significato: ci sono scritti i nomi di due località ben precise. Da una parte Anaheim, la casa di Disneyland, dall'altra Valencia ha sede il già citato California Institute of the Arts.
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