Bisogna cercarle fuori dal circuito commerciale e dalle distribuzioni generaliste le immagini più interessanti, talvolta originali e sorprendenti, dell’horror pensato, prodotto e realizzato negli ultimi anni. Immagini che possono provenire sia dallo sguardo indipendente di cineasti americani (da Rob Zombie, al quale abbiamo dedicato un ritratto, a David Robert Mitchell che, con It Follows, da dicembre 2016 reperibile in dvd dopo una breve apparizione in sala, ha firmato uno dei migliori horror del nuovo millennio) sia dalla visionarietà multimediale di due giovani registi italiani amanti del genere, i torinesi Alessandro Antonaci e Stefano Mandalà, autori di Karma - L’espiazione, film autoprodotto del quale esistono due versioni. Contrariamente a quanto accade di solito, Antonaci e Mandalà hanno prima girato un lungometraggio (di 82 minuti), che nel corso del 2015 è stato proiettato in alcune città (Torino, Reggio Calabria, Palermo), e quindi un cortometraggio (di 24 minuti), sintetizzando la narrazione, destinato, nelle intenzioni dei registi, al circuito dei festival.
Antonaci e Mandalà hanno alle spalle esperienze diverse e si sono incontrati nel 2015. Il primo, 27 anni, appassionato di montaggio e di cinema, dal 2013 ha diretto e post-prodotto videoclip musicali per poi dedicarsi alla scrittura, produzione e realizzazione del cortometraggio Un mostro chiamato ignoranza (2015), sull’argomento delle coppie lgbt e delle adozioni. Il secondo, 32 anni, nasce come animatore grafico e sviluppa l’interesse per il cinema d’animazione che lo porta a diplomarsi in quel settore alla Scuola nazionale di cinematografia di Torino, città dove si è trasferito nel 2010. Con il suo gruppo di lavoro, gira il corto di diploma d’animazione Nightmare Factory e in seguito approfondisce le sue conoscenze nel campo della post-produzione. Sono background, tanto tematici quanto tecnici, riconoscibili in entrambe le versioni di Karma - L’espiazione. Si pensi alle immagini riprese dai cellulari e alla grafica utilizzata per separarle dalle altre, segno della marcata presenza di una diffusa quotidianità mediatica (in uno stato che risulta ancora da raffinare). Immagini che contrastano con la precisione nella costruzione delle inquadrature, nell’attenzione riservata all’uso dei rumori, dei suoni e della musica (la colonna sonora originale è di Kristian Sensini).
Girato tra settembre e dicembre 2015 in Piemonte (Torino e Fenils), Karma - L’espiazione descrive il viaggio nell’incubo di sei personaggi, tre ragazze (Sara, e la coppia Virginia e Adelaide) e tre ragazzi (i fratelli Jason, dai comportamenti irrequieti, e Michael, fidanzato di Sara ma in realtà amante di Jack), che trascorrono un week end in una baita confinante con un bosco, dove anni prima si erano consumati efferati delitti. Quel passato torna alla luce in un film che, al tempo stesso, disegna la vendetta di Sara e Jason in particolare nei confronti di Michael.
“Il filo conduttore è il Karma - spiegano Antonaci e Mandalà -, il principio di causa-effetto secondo cui ad un’azione, o più in generale alla condotta morale tenuta nel corso della propria vita, corrisponde una conseguenza futura con cui ci si dovrà confrontare. Un susseguirsi di azioni ed eventi che potrà chiudersi solo quando il Karma avrà terminato il suo ciclo”.
Davanti alla macchina da presa, un giovane cast tutto torinese di interpreti provenienti dal teatro: Micol Damilano (Sara/Clara), Alice Piano (Virginia), Alice Doyle (Adelaide), Daniel Lascar (Jason), Michael Bertuol (Michael), Giulio Bruno (Jack). Karma - L’espiazione è il primo capitolo di quella che dovrebbe diventare una trilogia. L’inizio è promettente. Il talento c’è e va incoraggiato.
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