È stata una cascata di applausi – oltre dieci minuti – quella che ha accolto Fiore, di Claudio Giovannesi, presentato al Festival di Cannes alla 48esima edizione della Quinzaine des Réalisateurs. In sala, Valerio Mastrandrea, Daphne Scoccia, Josciua Algeri e il regista.
Fiore è ambientato in un carcere minorile e la protagonista è Daphne, una giovane detenuta per rapina, fragile e dura e con un padre in libertà vigilata (Valerio Mastrandrea). Daphne s'innamora di un coetaneo, Josh; ma il fiore dell'amore non può sbocciare tra le mura soffocanti della prigione e la loro relazione vive solo di sguardi da una cella all'altra, brevi conversazioni attraverso le sbarre e lettere clandestine.
Il film traccia fin dalle prime sequenze la parabola discendente di Daphne, a incomincare dal furto di un semplice smatphone. Poi l'arresto, il carcere e l'inizio della relazione con Josh, fatta di biglietti scambiati di nascosto, scambi di parole dalla finestrai. Il rapporto con il padre cresce come solidarietà tra sconfitti, gente che vive ai margini e la possibilità di riassaporare una intensa quanto breve libertà.
In concorso, invece, è stato presentato Personal Shopper di Olivier Assayas con Kristen Stewart accolto dai fischi della prima proiezione con il dito medio di Viggo Mortensen ai fotografi. Un film complesso e stratificato, che si muove a metà tra il thriller e l'horror. In competizione, da segnalare anche il ritorno di Pedro Almodóvar con Julieta.
Fonte: Askanews
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