Frances Ha (2012) è il settimo film diretto da Noah Baumbach, e probabilmente è anche quello che ha dato al regista un ruolo particolare all'interno del cinema indie statunitense, permettendogli in qualche modo di spiccare e distinguersi, pur continuando a farne pienamente parte. Baumbach, famoso soprattutto per essere il fido sceneggiatore di Wes Anderson, da Frances Ha in poi incentra il suo cinema sulla descrizione ironica e amara del malessere, delle illusioni e delle varie forme di disagio di chi lavora in ambito culturale e artistico, trovando proprio in questo aspetto la sua forza e la sua peculiarità. Allo stesso modo il cinema di Baumbach riesce a soddisfare le aspettative e l'"hipsterismo" del pubblico di maggior riferimento della galassia indie e porsi allo stesso tempo in maniera un po' critica e ironica.
La protagonista e la madrina del film è una magnifica Greta Gerwig, la musa dell'indie statunitense, anche cosceneggiatrice del film, scritto a quattro mani da lei – in parte ispirandosi alla propria biografia - e dal regista. La Gerwig è affiancata nel cast da Mickey Summer, Michael Esper, Adam Driver, Michael Zegen, Charlotte D'Amboise e Grace Gummer.
Frances Ha è stato presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival (Colorado) e ha avuto l'anteprima italiana al Torino Film Festival.
Frances Ha, la trama
Greta Gerwig interpreta la ventisettenne Frances Halladay, aspirante ballerina. Divide un appartamento a Brooklyn con Sophie (Mickey Summer), sua migliore amica. Per continuare a vivere con lei in una sorta di eterna adolescenza rifiuta la proposta del suo fidanzato di andare a vivere insieme. Il favore non viene però ricambiato dall'amica del cuore, che abbandona l'appartamento per vivere la sua vita.
La separazione dall'amica e il conseguente allontanamento tra le due danno simbolicamente il via ad un periodo in cui la protagonista, in un susseguirsi di sventure "malincomiche", sarà il punginball del contrasto tra illusioni e realtà, sogni e quotidianità, aspirazioni ideali e necessità materiali. Vaga da un appartamento all'altro, vede svanire la promozione come ballerina ufficiale nella scuola di danza dove lavorava e si arrabatta con lavoretti occasionali e improbabili, non trovando conforto neanche nei rapporti sociali e personali, anche loro messi a dura prova dalle esigenze della realtà.
Alla fine la protagonista troverà una certa quadra, e la simbolica abbreviazione del nome in "Frances Ha" per il citofono di un nuovo e più stabile appartamento può essere considerato l'inizio di una nuova e più consapevole fase della vita.
Frances Ha, l'analisi
Frances Ha non racconta una storia di per sé particolarmente originale. È la rappresentazione di una condizione giovanile un po' vaga e disagiata, apparentemente priva di orizzonti e persa in un eterno presente che tanto spesso torna nell'Indie statunitense; nel cinema, nel fumetto e nella musica. Come però spesso accade in questi casi sono i particolari, i dettagli e le singole componenti a far sì che il film spicchi e fugga le trappole della convenzionalità di fondo. È una questione di sguardo e di regia, di abilità nel gestire i differenti toni oltre che di racconto.
Frances Ha è innanzitutto un film divertente, pur con una comicità sempre malinconica che permette di partecipare, come nel caso di quelle risate di consolazione che si scambiano gli amici nei momenti di crisi, alla condizione della protagonista. Frances arriva sempre o troppo tardi o troppo presto, fa sempre la cosa giusta nel momento sbagliato. Significativa, per esempio, è la sequenza dello sfortunato viaggio a Parigi. È l'ennesimo personaggio vittima di quella che in un certo senso è la filosofia beffarda del comico; quella cioè di rappresentare l'irrimediabile mancanza di sintonia tra il personaggio e il contesto che lo circonda.
Baumbach inoltre è di origine ebraica. Lo "Shlemiel", sinteticamente la figura dell'individuo sfortunato, perseguitato, imbranato e paziente, è una delle figure più tipiche dell'umorismo ebraico e torna innumerevoli volte, in varie declinazioni e con diverse sfumature, nella storia del cinema comico statunitense; Frances, sotto certi aspetti, può essere anche considerata come un'ennesima variazione di questa tradizione che unisce umorismo ebraico e cinema comico americano.
Frances Ha è però anche un film capace di essere "tenero" – la sequenza della visita ai genitori e in particolare la soggettiva del saluto – e di osservare la protagonista con tenerezza e partecipazione, senza che però questa venga idealizzata o sia immune dall'ironia; è una persona allo stesso tempo forte e debole, assolutamente convinta della strada che vuole intraprendere e facile preda dei momenti di sconforto e debolezza. È un personaggio a cui è facilissimo voler bene, ma i cui difetti e punti deboli sono altrettanto evidenti e messi dolcemente alla berlina.
Frances Ha, i riferimenti
Con Frances Ha Noah Baumbach pone il primo tassello di quella che può essere considerata una tetralogia dedicata a chi lavora in ambito artistico e culturale, che continuerà con Giovani si diventa, Mistress America e, almeno in parte, con The Meyerowitz stories – Old and new. Sono film simili e diversi, ognuno dei quali osserva la questione da un diverso punto di vista. In Frances Ha riecheggia molta nouvelle vague; nel bianco e nero, nella costruzione delle inquadrature e nel ritmo del montaggio e in alcune sequenze che citano momenti celebri di quella stagione – la corsa folle e sconsideratamente gioiosa di Frances rimanda chiaramente alle corse di Jules & Jim e a quella di Bande à part, significativamente capovolte per il fatto che Frances corra da sola; senza dimenticare che la nouvelle vague aveva tra le tematiche principali quella del disagio e delle aspirazioni giovanili.
Frances Ha, Noah Baumbach e la tetralogia dedicata al mondo dela cultura
Dopo Frances Ha, la "tetralogia" continuerà con Giovani si diventa, commedia ironica sulle mode del momento che tratta molte tematiche, Mistress America, follia screwball puramente comica sulle mancate aspirazioni, e The Meyerowitz Stories, una commedia molto parlata e tipicamente alleniana; i quattro film compongono il ritratto amaro di personaggi illusi e disillusi, all’inseguimento di obiettivi sempre più offuscati, vittime di un un disagio sociale, esistenziale e di autorappresentazione, tra modelli irraggiungibili, falsi miti, inconcludenze e precariati vari. Sempre nell’ambito del lavoro culturale e artistico, e che può interessare giovani e trentenni con un radioso avvenire alle spalle (Frances Ha e Mistress America), falsi giovani di mezz’età (Giovani si diventa) e anziani artisti in pensione.
Nel 2018 Greta Gerwig ha esordito alla regia con Lady Bird, tra i protagonisti delle nomination agli Oscar 2018
Voto 8
Frase
Amo quelle cose che assomigliano a errori
Fonte foto https://www.facebook.com/projectionroomkol/
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