Netflix è al lavoro sulla pellicola ispirata alla vita di un critico d'arte e diretta da Dan Gilroy, per interpretare il protagonista è stato scelto il prolifico Jake Gyllenhaal. La coppia torna insieme dopo aver già realizzato Lo Sciacallo, osannato film del 2014 sulla carriera di un giornalista video senza scrupoli. Gyllenhaal torna su Netflix dopo l'apprezzato Okja, ora sarà l'alta società borghese di Los Angeles a fare da sfondo a una storia basata sull'arte.
Jake Gyllenhaal nel nuovo film Netflix di Dan Gilroy
L'indiscrezione è apparsa su Page Six, il critico d'arte interpretato da Jake Gyllenhaal avrà il ruolo di svelare le molteplici sfaccettature del mercato dell'arte nella città di Los Angeles. Ci saranno ricchi collezionisti, direttori di gallerie d'arte, i meccanismi che regolano il prezzo all'asta delle opere e quelli su come vengono quotati gli artisti contemporanei. Tornerà in questa nuova pellicola anche Rene Russo, mentre Jake Gyllenhaal è reduce dall'impegno in Stronger del regista David Gordon Green che ha avuto il proprio debutto alla Festa del Cinema di Roma. Probabilmente, grazie a questa sua interpretazione, Jake Gyllenhaal potrebbe essere una delle nomination all'Oscar come miglior attore di quest'anno.
Jake Gyllenhaal sarà il nuovo Batman?
Dal cinema impegnato a quello ipertrofico della DC, infatti se Ben Affleck dovesse abbandonare Batman nelle produzioni che ruotano attorno Justice League, sarebbe proprio Jake Gyllenhaal il poù papabile sostituto. In particolare, potremmo vederlo già nella pellicola The Batman di Matt Reeves, anche se la Warner non sembra essere favorevole a tale scelta. Gyllenhaal ha preso parte anche a Wildlife di Paul Dano e The Sister Brothers con John C. Reilly e Joaquin Phoenix. Una bella carriera per una star che ha recentemente confessato al magazine Total Film di non sentirsi un vero attore: “Ad essere onesti non mi sento un attore. Lo so che è strano, ma è così. Sono capace quando si tratta di girare un film, di essere sul set. Sono a mio agio, ma la cosa mi disturba un po'. Questo è dovuto al fatto che ho iniziato quando ero molto giovane. L'illusione di tutto il processo se n'è andata così molto presto, e molto presto è diventato un lavoro difficile”.
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