Per uno dei video che hanno accompagnato l’uscita del loro nuovo disco Blue & Lonesome, omaggio al blues composto di dodici cover, i Rolling Stones hanno scelto Kristen Stewart. Il brano è Ride ‘Em On Down, che la band inglese propone ispirandosi a quello del 1955 di Eddie Taylor. Sulle note trascinanti degli Stones, Stewart si scatena in una doppia danza, è un esplosivo corpo sensuale ed erotico che attraversa Los Angeles - tra drugstore, pompe di benzina, superstrade, tunnel, grattacieli, immensi spiazzi deserti, sottopassaggi - a tutta velocità a bordo di una Mustang del 1965.
Capelli corti, top bianco morbido e stracciato, jeans e stivaletti, occhiali sulla testa e poi sugli occhi, esce da un negozio con un pacco di cose da mangiare, una confezione di birre e soprattutto un leccalecca blu che le tinge la lingua di quel colore (il cromatismo della copertina del disco e della lingua icona del gruppo, immagine disseminata nel videoclip: su un cartellone pubblicitario, sul tetto di un grattacielo, sull’accendino usato dalla ragazza). Sale sull’auto e inizia un’avventura, condensata in meno di tre minuti, che sa di vertigine.
Doppia, è la danza. Quella che la protagonista compie sostando in una pompa di benzina, fumando una sigaretta, accennando una lap dance, mimando il gesto di suonare una chitarra. E quella che compie al volante, tra accelerazioni e frenate, sporgendosi dal finestrino per osservare un’auto in fiamme a un incrocio, avanzando per linee dritte, trasversali, inversioni e girotondi.
Il video (diretto da François Rousselet) alterna i due momenti, li lega e scioglie in un montaggio serrato. Anche gli ambienti sono doppi, caseggiati bassi e grattacieli, entrambi esplorati da una macchina da presa nelle loro linee orizzontali e verticali. E due - o, meglio, quasi due - sono gli stop che rallentano il viaggio di questa ragazza senza nome: fermata da un giovane poliziotto in borghese che assomiglia più a un cowboy che a un agente, quindi costretta a rallentare dall’improvvisa apparizione di una zebra che le taglia la strada. Infatti, il racconto di questa seducente bad girl contiene anche lampi di memorie di cinema. Come non pensare al coyote che, sempre a Los Angeles, attraversa la strada nel capolavoro di Michael Mann Collateral? O, ancora, come non vedere, nelle giravolte della Mustang su quel vasto spiazzo delimitato da argini e spruzzato di polvere e acqua, scene di tanti film d’azione, a partire da un altro capolavoro, Vivere e morire a Los Angeles di William Friedkin?
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