Finalmente! Dal 13 aprile 2017 sarà nelle sale italiane Personal Shopper. Con quasi un anno di ritardo dalla sua presentazione in concorso (premiato per la migliore regia) al festival di Cannes 2017 (mentre in Francia negli stessi giorni usciranno già il dvd e il blu ray). Il capolavoro di Olivier Assayas è interpretato da una Kristen Stewart mai vista in una gamma di sfumature così ampia. Per l'attrice californiana il cineasta francese (già critico cinematografico, pittore, cinefilo colto, curioso, pieno di passione) ha un'ammirazione sconfinata, afferma che "ha qualcosa di unico". Kristen Stewart è la nuova musa del cinema di Assayas. Con lei l'autore di Clean ha realizzato due film: Sils Maria, dove Stewart è accanto a Juliette Binoche in un viaggio iniziatico per entrambe le protagoniste tra fantasmi del passato e bisogno di ri-trovarsi nel presente confrontandosi con esperienze dolorose circondate e osservate da gigantesche montagne; e Personal Shopper, perché Assayas, dopo Sils Maria, sentiva di dover ancora lavorare con la giovane attrice lanciata dalla saga di Twilight. Ed ecco, costruito per lei, un altro personaggio conflittuale, quello di Maureen, finché non farà pace con il proprio tormentato passato, con la figura del fratello gemello Lewis scomparso, medium come la sorella. Ma Maureen è anche la personal shopper della celebre modella Kyra, in continuo movimento per le strade di Parigi in motorino o in trasferte lampo a Londra.
C'è il mondo frenetico e esteriore della moda e c'è quello interiore abitato da ossessioni profonde che affiorano in un dialogo fra al di qua e al di là. Assayas parla, sintetizzando alla perfezione il senso del film (o, sarebbe meglio dire, uno dei tanti sensi e significati del film), di scoperta della spiritualità attraverso un mestiere così contrastante, della necessità di individuare modalità per elaborare un (qualsiasi) lutto, talvolta ricorrendo all'ignoto, all'irrazionale, allo spazio profondo esistente e sconosciuto. Tutto questo e molto altro è Personal Shopper, che vede Kristen Stewart sdoppiarsi, dove il suo costante muoversi (qui fino al deserto nella parte finale, abbandonando metropoli e consumismo; in Sils Maria scalando una montagna) è appunto dettato da un'irrequietezza espansa. Due, le scene esemplari e complementari di tale relazione fra corpo e mente (dovendo scegliere, ma ogni scena del film lo è...): quella in cui Maureen entra nell'appartamento di Kyra, prova i suoi abiti, si specchia, si mette a letto e masturba; quella, che chiude il film, con l'ultimo dialogo con Lewis, che segna la loro separazione - "Resto solo io?", "Sì" - e con lo schermo bianco dentro il quale sfuma il volto di Maureen.
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