Nella sezione in omaggio a Milena Canonero, premiata al festival di Berlino con l'Honorary Golden Bear per la sua carriera di costumista, ci sono i quattro film con i quali l'artista italiana ha vinto l'Oscar. Tra questi, Marie Antoinette di Sofia Coppola. Figlia d'arte, il padre è Francis Ford Coppola, la quarantacinquenne regista (e attrice, sceneggiatrice, produttrice) newyorkese è voce autorevole di un cinema americano libero, fresco, inventivo. I suoi film sono espressione di uno sguardo solido, di una sensibilità nel descrivere personaggi femminili, e non solo, sul bordo di un passaggio esistenziale o di una situazione nella quale si trovano catapultati, magari contro la loro volontà, sradicati dai loro desideri, passioni, oggetti e relazioni di una quotidianità spezzata per essere ri-composta, da altri personaggi e nel segno di regole e comportamenti mai sperimentati prima, altrove. Quelle di Sofia Coppola sono giovani donne, spesso adolescenti, che si trovano perse in luoghi a loro estranei. È un percorso limpido, luminoso, affascinante, che inizia con Il giardino delle vergini suicide (1999), dal romanzo di Jeffrey Eugenides, prosegue con Lost in Translation (2003), incontro di due solitudini fuori orario a Tokyo, e Marie Antoinette (2006), per approdare agli spazi espansi e al tempo dilatato di Somewhere (2010) e Bling Ring (2013).
Nel film che è valso il terzo Oscar a Canonero, la giovane donna che, a soli 14 anni, si trova sradicata dal proprio mondo d'origine per venire trasferita alla corte di Versailles è la principessa austriaca Maria Antonietta (Kirsten Dunst), promessa sposa all'inetto Luigi XVI. Il volto della ragazza è sperduto nell'immensità delle stanze della reggia, esprime stupore di fronte ai riti di una quotidianità che le sembra arrivare da un altro mondo. Nessuna intimità le è più concessa, ma lei trova dei rifugi privati trasversali. Sofia Coppola è Maria Antonietta, porta il suo sguardo stupito in quei posti, fa un film con quella ragazza, seguendola fino alla sua fuga, a Rivoluzione già iniziata, con il castello assaltato e lei, in carrozza, proiettata verso il fuori campo, ancora con quel suo sguardo di innocenza e incanto. La Maria Antonietta di Sofia Coppola non è tanto un personaggio storico quanto una teenager che ama lo shopping ed è alla scoperta di nuove sensazioni. La regista contamina le immagini e la storia di sguardo pop e colonna sonora moderna, compresi i Cure. In un film che, per segnare un'ulteriore profonda connessione con gli altri di Sofia Coppola, si potrebbe chiamare Lost in Versailles. Da vedere o rivedere in dvd!
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