Working Title, casa di produzione britannica, è pronta per realizzare e portare sul grande schermo il film In My Shoes che narrerà la storia di Tamara Mellon, co-fondatrice del celebre marchio di moda Jimmy Choo.
La pellicola riprenderà l'autobiografia della Mellon (scritta in collaborazione con William Patrick) e racconterà la sua storia dai problemi dell'infanzia con la madre alcolizzata, a quando perse il lavoro a Vogue che la porto a bere e ad essere ricoverata a soli 27 anni per un breve periodo in un rehab, per poi arrivare alla fondazione negli anni '90 del famoso brand di moda con l'omonimo stilista grazie anche all'aiuto economico da parte si suo padre Tommy Yeardye, co-fondatore di Vidal Sassoon, che investe 150mila sterline.
Dopo il notevole successo del brand l'imprenditrice è uscita dalla società nel 2011 (le sue azioni le hanno fruttato ben 135 milioni di dollari) e in occasione dell'uscita dell'autobiografia lei stessa aveva voluto far chiarezza sulla suddivisione dei compiti all'interno dell'azienda.
Ecco le sue parole durante un'intervista fatta da Jenna Bush Hager nel "Today" show della NBC:
"Inizialmente a Jimmy avrebbe dovuto spettare la parte creativa e a me il business. Ma non è andata così".
Intervistata da Jenna Bush Hager nel "Today" show della NBC, Tamara Mellon (che ha scritto il libro ha detto che da Jimmy non ebbe mai nemmeno un disegno.
"Fin dal principio fu chiaro che il suo vero talento era realizzare le scarpe, da calzolaio qual è".
Nonostante tutti pensassero che lo stilista fosse rimasto Jimmy Choo (vincitore anche di un British Fashion Council Award) in realtà a sembra che a fare da "ghost designer" fossero Tamara e la nipote di Choo, Sandra Choi.
Recentemente Tamara ha annunciato il lancio del suo marchio d'impronta lifestyle, sinonimo di abbigliamento, borse e footwear.
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