A 74 anni compiuti, Martin Scorsese, con il suo vaporizzatore per l'asma, non ha perso l'energia e l'entusiasmo di sempre. Il suo attesissimo film è Silence: la storia di due giovani gesuiti del '600 che sbarcano in Giappone alla ricerca del loro mentore, sparito nel corso delle persecuzioni e per fare opera di evangelizzazione.
I due religiosi dovranno confrontarsi con una dura e cruda realtà, che li metterà a dura prova dal punto di vista fisico e spirituale.
Il regista americano invece non è per nulla provato, nè dal tempo che passa nè dalle recenti fatiche che l'hanno impegnato e racconta:
"In questa storia ci sono i temi e le idee che sono state le più importanti nella mia vita fin da quando ero bambino. Certo, negli anni è cambiato il tono e l'approccio, a questi temi: durante l'infanzia hai un certo approccio alla religione, e quando cresci cambia: a volte c'è un rigetto, altre un'accettazione, ma qualcosa non ti lascia mai veramente. I miei primi film parlavano di religione e fede in un certo modo, poi con L'ultima passione di Cristo ne ho parlato in modo diverso, e il libro di Endo mi ha permesso una prospettiva ancora diversa."
"Per una curiosa coincidenza ho letto il libro proprio mentre ero in Giappone, su un set di Akira Kurosawa. La lettura mi ha trascinato e coinvolto, anche se non sapevo bene perché, soprattutto per quanto riguarda le ultime 20 pagine, che trovavo in qualche modo enigmatiche. Sapevo che dovevo cercare di capire il motivo della mia fascinazione, che dovevo venirci a patti. E sapevo che quel racconto era più profondo di quanto io non fossi all'epoca, trattando del lato spirituale della condizione umana, di quel lato della nostra esistenza che vale la pena esplorare più che ogni altra condizione materiale".
"Bisognerebbe anche riflettere a partire dal titolo. Silence è il Silenzio di Dio, certamente, ma anche quel silenzio che oramai non esiste più; bisognerebbe mettersi in quello stato d'animo che permette di tornare a sentire il silenzio, di spazzare via la follia e il vociare continuo dei nostri giorni e tornare a immergersi nel silenzio", ha concluso il regista.
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