Il 22 luglio del 1949 non accadde nulla di eclatante. Nessuno scoprì una cura miracolosa contro l’Alzheimer. Non ci fu nessuna dichiarazione di guerra (che, peraltro, era finita da poco). Il sole sorse come sempre ha fatto dalla notte dei tempi e nessuno, ovviamente, si accorse che proprio in quella data nacque a Summit – città del New Jersey anonima tanto quanto il 22 giugno del 1949 – una bambina chiamata Mary Louise Streep. In arte, da lì a 28 anni dopo, sarebbe stata la Meryl Streep che tutti conosciamo.
La biografia di Meryl Streep, la figlia di Meryl Streep, il marito di Meryl Streep, le foot di Meryl Streep… ogni “paparazzata” sulla sua vita privata non ha mai offuscato – come invece succede ad alcuni suoi colleghi hollywoodiani – la sua figura di interprete eccezionale.
Meryl Streep è un’artista che nel corso della sua carriera ha fatto parlare di sé per le sue interpretazioni. Non per i suoi flirt. Esce (o sta per uscire, dipende da quale paese ci segui) il suo ultimo film, The Post, e le prime impressioni della critica sono ancora una volta unanimi. Lei è bravissima. Intensa. Insostituibile. Così come lo è stata in tutti i suoi film.
Sei pronto per scoprire (o riscoprire) i capolavori che hanno fatto di Meryl Streep la più grande attrice vivente e una delle più grandi attrici della storia del cinema?
Meryl Streep da Oscar. Da subito, da sempre
« Una persona che patisce un dolore così grande e così fresco, si trova sola in balìa di un tumulto di emozioni. È stata la debolezza di Meryl, non la sua forza, che mi ha convinto »
Meryl Streep lo ha convinto bene il regista Robert Benton. Poi lui e il film Kramer vs. Kramer hanno convinto tutti, dal pubblico alla critica. Tanto che la pellicola del 1979 fece incetta di premi: vincitore di 5 Oscar (Miglior film a Stanley R. Jaffe, Migliore regia a Robert Benton, Miglior attore protagonista a Dustin Hoffman, Miglior attrice non protagonista a Meryl Streep, Miglior sceneggiatura non originale a Robert Benton), di quattro Golden Globe (Miglior film drammatico, Miglior attore in un film drammatico a Dustin Hoffman, Miglior attrice non protagonista a Meryl Streep, Migliore sceneggiatura a Robert Benton) e tre David di Donatello (Miglior film straniero a Stanley R. Jaffe, Miglior attore straniero a Dustin Hoffman, David speciale a Justin Henry).
Kramer vs. Kramer fu il primo film che valse un’Oscar a Meryl Streep. Ma l’attrice se lo dovette guadagnare perché la guerra di tribunali e avvocati tra Ted e Joanna era anche una guerra sul set, tra la Streep e Dustin Hoffman. A raccontarlo è Michael Schulman, autore della biografia della Streep, Her Again: Becoming Meryl Streep. Era un metodo davvero duro quello che Hoffman mise in atto per tirare fuori il meglio – a dire dell’attore, ovvio – dalla collega: per accoglierla sul set e metterla a suo agio qualche bel ceffone. E poi le allusioni a John Cazale, alla sua malattia, al suo cancro, alla sua recente morte. Se non ci credi, allora credi al biografo della Streep. E se non vuoi comprare il libro intero puoi sempre leggere un estratto del volume, pubblicato su Vanity Fair.
Dal primo Premio Oscar al secondo Premio Oscar di Meryl Streep passano appena due anni e due film. Che meritano comunque di essere ricordati. Il primo è La donna del tenente francese (The French Lieutenant's Woman), del 1981 e diretto da Karel Reisz. Nessuna statuetta, ma il film valse comunque alla Streep la Nomination Miglior attrice protagonista. Nel 1982 una vecchia conoscenza di Kramer vs Kramer strinse un nuovo sodalizio con l’attrice e uscì, scritto e diretto da Robert Benton Una lama nel buio.
Sempre nel 1982 uscì La scelta di Sophie. Era e rimane un capolavoro e una perla rara nella storia della settima arte. Tanto che nel 2007 l'American Film Institute l'ha inserito al 91esimo posto della classifica dei 100 migliori film americani di tutti i tempi.
La Scelta di Sophie è un film refrattario alle definizioni. Ogni etichetta non basta, non va bene: è un film duro, straziante, tormentato, angosciato e angosciante. E bellissimo. Accanto a Meryl Streep c’erano altri due interpreti eccezionali: Kevin Kline e Peter MacNicol.
La Scelta di Sophie (Sophie's Choice) è un film frammentario, che nell’ovatta rosa di una casa di Brooklyn nasconde cocci aguzzi e taglienti di una verità tremenda, schegge di una realtà che ha ferito a morte Sophie Zawistowska e Nathan Landau. L’una è una donna polacca, immigrata dopo aver subito la terribile esperienza del campo di concentramento di Auschwitz; lui un intellettuale ebreo, brillante, raffinato, ma con oscillazioni d'umore sconcertanti, affetto da schizofrenia paranoide e dipendente dalla cocaina.
Stingo, reduce della seconda guerra mondiale e ultimo angolo del triangolo amoroso tra Sophie e Nathan, è coinvolto e in una certa misura plagiato, da ricordi, emozioni, fobie di un mondo che non conosce. Fino alla confessione di Sophie: il padre, professore all'università di Cracovia, esaltato dalla figlia come uomo buono e giusto, era invece un sostenitore dei nazisti e dello sterminio degli ebrei. Come il padre e il marito, anche Sophie è stata deportata, insieme ai due figli, un maschio e una femmina, ad Auschwitz; all'arrivo al campo di concentramento fu costretta da un tormentato ufficiale a scegliere tra i suoi due figli, decidendo di abbandonare la bimba alla morte; inoltre, pur di salvarsi e salvare il figlio Jan, ha nuovamente collaborato, questa volta come segretaria di Rudolf Höß, il comandante del campo.
In La scelta di Sophie Meryl streep è formidabile. E vinse il Premio Oscar come Miglior attrice protagonista: non poteva essere altrimenti.
La domanda, quindi, è una sola: dove puoi vedere questa pellicola, spesso dimenticata o relegata in seconda serata sul piccolo schermo? La scelta di Sophie è in streaming, gratis e legale su PopcornTv.it: non hai più alcuna scusa: devi scegliere di vederlo.
Un volto, mille interpretazioni. E commedie divertenti su chi non lo è nemmeno un po'
È un salto temporale e di genere che forse nemmeno Andrew Howe riuscirebbe a compiere. Eppure Meryl streep è un’attrice senza confini, tanto meno di genere, appunto. Dalla drammaticità di La scelta di Sophie alle atmosfere parigine e certamente più contemporanee di New York di Il diavolo veste Prada il contrasto è netto ed evidente. Tutto cambia, ma il fascino e il talento di Meryl streep rimangono immutabili. E le consentono di aggiudicarsi una nomination ai Premi Oscar come Miglior attrice protagonista. L’ennesima.
Peraltro quest’anno si celebra il decimo anniversario del Diavolo veste Prada. Del film si è già detto – e scritto – di tutto: sciacquatura di piatti sporchi o affresco divertente e ironico del mondo della moda? Ritratto stilizzato e caricaturale delle fashion victim (attraverso chi è il loro principale aguzzino), polpettone moralistico sull’importanza di avere valori duraturi e da non indossare solo per una stagione autunno/inverno, o ancora film umoristico e graffiante? Non vogliamo, in questa occasione, entrare nel merito e fornire giudizi di valore. Però è indubbio che quando le camere non inquadrano la fredda e argentea chioma di Meryl Streep il fattore interesse crolla a picco.
Perché citare un film come Il Diavolo veste Prada quando si tratta della carriera cinematografica di questa diva? Perché la sua bravura e le sue interpretazioni drammatiche sono osannate dal mondo intero. Ma non lo sono mai abbastanza quando si tratta del genere commedia.
Prendi l’attrice che ha fatto del non-apparire (sulle riviste, sulla copertina dei settimanale di gossip, tra i pettegolezzi da parrucchiere) un suo tratto distintivo e rendila la regina dell’industria dell’apparire. L’azzardo era grande, ma la scomessa, Meryl, l’ha vinta alla grande.
Miranda è davvero un mostro. È il capo che nessuno di noi vorrebbe avere. Come ha fatto, quindi la Streep a compiere il miracolo? A far piacere (in fondo, è così, ammettilo) la stronza imperatrice della moda? Merito della sua interpretazione certamente: l’attrice stessa ha dichiarato di aver trascorso mesi prima di trasformarsi nel diavolo che non mette piede fuori di casa se non è avvolto in un tacco 12. Così la Miranda di Ms. Streep non è solo una banale incarnazione del diavolo, ma è portatrice di una nuova visione aristocratica e, alla fine, di un’inattesa quanto sorprendente grazia umana.
Commedia al cinema? No grazie. Un film drammatico in streaming? No grazie. Allora passa al musical
Se non l’avessi ancora capito, stiamo cercando di dimostrare che Mery Streep nei film è eccezionale in qualunque scena. Anche se si tratta di cantare e ballare nel remake di un musical. Avrai già capito il riferimento: si tratta di Mamma Mia! basato sulle musiche degli ABBA, scritto da Catherine Johnson, diretto da Phyllida Lloyd, e uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2008.
Mamma Mia! non è solo una commedia divertente da vedere (non in streaming illegale, mi raccomando) con bambini e famiglia. È un tuffo nel blu del mare della Grecia. Poi, è vero quel che si dice dei musical. O ti piacciono e ti mette a cantare/recitare davanti al televisore con il volume a mille. Oppure li detesti quanto la sabbia nel costume. In ogni caso, se mai avrai la gioia o il dispiacere di vedere Mamma Mia! non potrai non essere d’accordo su una aspetto: Meryl Streep è eccezionale.
L'ultimo film al cinema di Meryl Streep
Chiudiamo la carrellata con l’ultimo film al cinema di Meryl Streep. The Post racconta la storia vera dello scandalo dei Pentagon Papers, alcuni documenti segreti smascherati dai giornalisti del New York Times. Meryl Streep interpreta Katherine Graham, la prima editrice donna del Washington Post. Il film racconta della fatica di stare dietro al New York Times per l'editrice insieme al direttore del giornale Ben Bradlee, interpretato da Tom Hanks. Saranno in grado di superate questa crisi? Lo scoprirai al cinema!
Buona visione!
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